
“È arrivato quell’anno che tanto speravo non arrivasse, l’anno in cui alla domanda della mia maestra “questo è l’anno dell’attestato?” risposi di sì. Durante questi anni ho sempre cercato di conciliare danza e studio, perché per quanto sia difficile non volevo rinunciare alla mia passione più grande. Quest’anno però è diverso, ho preso la decisione di non andare all’università vicino alla mia scuola di danza, e inevitabilmente questo sarà il mio ultimo anno lì. Probabilmente non sarà l’ultimo anno in cui ballerò in assoluto però sarà l’ultimo in questa scuola e con queste persone, che sono diventate per me come una seconda famiglia. Queste foto sono state scattate l’anno scorso durante i giorni del saggio di danza, che rappresentano momenti che rivivrei all’infinito. Ogni secondo di quei di giorni è magico; l’adrenalina prima di salire sul palcoscenico, gli applausi del pubblico, il panico del non ricordare la coreografia due secondi prima di entrare in scena, le risate e la complicità dietro le quinte e nei camerini, il truccarsi a vicenda, i mazzi di fiori che ricevi dopo lo spettacolo, il riscaldamento nella platea del teatro, le prime prove con il tutù, i pezzi di coppia con B, l’amica con cui ballo da quando ho 4 anni, le bambine piccole che ti ammirano con quegli occhi incantati, gli stessi che io rivolgevo alle ragazze più grandi quando ero piccola, gli abbracci alla fine di ogni spettacolo in cui puntualmente si piange sono momenti che mi fanno bene al cuore e che so che mi mancheranno come non mai. La danza è sempre stata fondamentale per me, un porto sicuro a cui aggrapparmi, una valvola di sfogo dallo stress, dove posso essere me stessa. È strano pensare che tra qualche mese non sarà più parte della mia quotidianità. Sarò sempre grata per tutti i momenti che mi ha regalato; mi ha reso chi sono oggi e sarà sempre una parte di me” (G. classe quinta).
