“A 9 anni, appena iniziata la stagione invernale, i miei genitori mi comprarono giacca, pantaloni, guanti e casco da snowboard. Una domenica, mi portarono a Tarvisio per la mia prima lezione, senza sapere nulla di questo sport. Ero felice di iniziare la lezione, ma allo stesso tempo avevo paura di farmi male. Dopo la lezione avevo imparato le basi e avevo molta paura di cadere, anche se andavo pianissimo. Lezione dopo lezione, imparavo ad andare più veloce, fare curve e migliorare quello che sbagliavo. L’anno dopo non mi servivano più tante lezioni, così i miei genitori mi portarono sullo Zoncolan; non facevo piste molto pendenti, ma mi divertivo comunque. Nel terzo anno, mia mamma mi iscrisse a un corso con dei ragazzi per fare salti, provare piste rosse e migliorarmi in generale. Questo corso mi aiutò molto perché imparai ad andare oltre le solite piste semplici. Lo scorso anno andavo solo sullo Zoncolan e, un po’ alla volta, ho provato tutte le piste di tutti i livelli, diventando così troppo veloce per mio papà. Mi piace fare snowboard perché è uno sport che non praticano in molti e perché lo pratico da molto tempo. Mi piace anche perché, dopo una caduta, che sia stata dolorosa o meno, è importante rialzarsi e non abbattersi. Questo mi ha aiutato molto sia nello snowboard che a scuola”. (M. classe prima).
“In questa foto ci sono io insieme ai miei tre migliori amici: K, A e S. La nostra amicizia è nata dal nulla, quasi per caso, quando ci siamo conosciuti alle Canarie, e da allora è cresciuta in modo incredibile. K. è diventato il mio migliore amico, un vero fratellino, così legato a casa che non chiama mia mamma per nome, ma semplicemente “mamma”, come se fosse anche la sua. A. è il mio gemellino: non lo vedo mai, ma riusciamo sempre a sentirci e a rimanere vicini, ridendo e condividendo le nostre giornate. Anche S. non lo vedo spesso, ma mi chiama continuamente, soprattutto quando ha bisogno di consigli sulle ragazze o su quale storia mettere su Instagram ed è proprio per questo che lo chiamo el trauma de mi vida. La foto è stata scattata in un centro commerciale a Las Palmas. Non è speciale per la posa o per la perfezione, ma proprio per questo è bellissima: cattura la nostra amicizia, le risate e i momenti spontanei che rendono tutto più divertente. Ogni volta che la guardo, mi ricorda quanto sia importante avere amici veri, e a quanto io sia stata fortunata ad averli incontrati. Spero con tutto il cuore che la nostra amicizia non finisca mai.” (A. classe terza).
“Quest’anno come gemma ho deciso di portare l’esperienza fatta a Paestum questo settembre. Ancora in seconda, una prof ci aveva parlato di questo progetto e ci aveva consigliato di partecipare, ed io non ci ho pensato due volte e mi sono iscritta appena è uscita la circolare. I mesi precedenti all’esperienza, ne parlavo con le mie compagne e pensavo a quanto ci saremmo potute divertire, e così è stato. Non avevo alcun dubbio, abbiamo passato 6 giorni faticosi ma divertenti allo stesso tempo, abbiamo avuto la possibilità di lavorare dentro ai templi greci e tra le antiche vie di Paestum, alcuni di noi (tra cui me) hanno avuto inoltre la possibilità di far parte del team di restauro del sito, perciò hanno pulito degli oggetti tra cui dei piccoli vasi ritrovati durante gli scavi. Durante il progetto abbiamo avuto anche la possibilità di visitare il sito di Pompei e quello di Velia per conoscere ancora meglio la storia di quell’epoca. Dopo le attività, avevamo sempre un po’ di tempo libero, di solito andavamo in spiaggia a fare un tuffo insieme per parlare della giornata che avevamo trascorso. Ho trovato questa esperienza fantastica perché abbiamo avuto la possibilità di lavorare in maniera diversa e in luoghi affascinanti, ma soprattutto perché ho conosciuto meglio le mie compagne di classe e le mie amiche. Spero che chi ci andrà l’anno prossimo si diverta come mi sono divertita io, o semplicemente che a qualcuno, leggendo la mia gemma, venga voglia di fare questa esperienza”. (V. classe terza).
“Ho deciso di portare lo sport che faccio, il calcio, in quanto è un modo per staccare dal mondo normale in quanto quando sono in campo penso solo a giocare, divertirmi e impegnarmi” (M. classe quarta).
“Come gemma ho deciso di portare il gruppo con cui mi alleno: essendo il mio uno sport individuale si potrebbe pensare che non ci siano legami o supporto tra i diversi componenti di un gruppo, anzi, forse una certa rivalità. Prima di iniziare questo sport lo pensavo anch’io. Poi ho conosciuto i ragazzi nelle foto, e ho completamente cambiato punto di vista: forse proprio perché c’è rivalità tra i componenti si crea un legame che ha alla base il bisogno di aiutare e di essere aiutati, per cui se uno fa uno sport individuale non è perché non ama i rapporti con gli altri, anzi. Ad esempio io devo per forza stare con qualcuno, mi dà molto fastidio dover fare qualcosa da sola, ancora di più se richiede molto sforzo o concentrazione. Avere come compagni quei ragazzi mi aiuta molto: ovviamente non ci confidiamo i segreti più profondi di famiglia, anzi, la maggior parte del tempo la passiamo a prenderci (giocosamente) in giro per i nostri errori più stupidi o a buttarci per terra (mi rendo conto che non è il maggior grado di divertimento a cui uno potrebbe aspirare, ma non siamo a posto). Proprio il fatto di non parlare profondamente di ciò che ci accade ci ha aiutati a creare un così bel rapporto: ci aiutiamo senza farlo vedere, senza controllare chi aiutiamo o da chi veniamo aiutati, perché è diventato così normale per qualcuno essere consolati per qualche errore in gara o qualche tempo che non siamo riusciti a fare che ormai praticamente lo facciamo senza pensare. Quando quest’anno siamo riusciti a fare dei tempi che ci servivano per delle gare importanti abbiamo passato la sera in albergo a fare casino e siamo stati svegli tutta la notte, festeggiando soprattutto uno di noi che aveva inaspettatamente fatto un tempo molto basso, e che è da poco entrato nel gruppo. Il giorno dopo in corriera stavamo parlando e a un certo punto lui ci ha ringraziati per la festa della sera prima. Noi non capivamo e lui ha detto che nello sport che faceva prima, sempre individuale, c’era così tanta rivalità da essersi creata una tale gelosia da parte di tutti i compagni che alla vittoria di uno gli altri non si complimentavano, ma gli facevano notare senza gentilezza gli errori che aveva fatto. Questo mi ha fatto pensare, perché prima non mi ero mai resa conto della nostra amicizia così profonda. Loro per me sono davvero importanti, non riuscirei ad andare avanti senza di loro: quando penso di non farcela o di non riuscire ad andare avanti sento uno di loro che fa il tifo per me e sto subito meglio, e spero che per loro sia la stessa cosa quando io faccio il tifo, perché spesso torno a casa senza voce. Ovviamente non abbiamo solo momenti positivi, ma la maggior parte riusciamo a trasformarli: un po’ di tempo fa stavamo facendo una gara e siccome mi sa che siamo tra gli atleti più competitivi del nord-est italiano io e un altro ragazzo stavamo correndo probabilmente più velocemente che in gara, quando lui è caduto, andando a sbattere sui materassi. Pensavo non si fosse fatto niente ma quando l’ho guardato ho visto che aveva la gamba piegata in modo innaturale, infatti se l’era appena rotta. In mezzo alla confusione di allenatori che chiamavano l’ambulanza e atleti terrorizzati io e e altri due ragazzi veniamo mandati a prendere del ghiaccio dalla vasca della rolba. Siccome eravamo di corsa e gli altri due ci mettevano tre ore ho deciso di infilarmi nella vasca con i pattini, prendere la neve e correre fuori prima di bagnarli troppo. Non sapevo che sotto i primi 10 cm di acqua ci fosse un metro d’acqua gelida. Ovviamente mi stanno ancora prendendo in giro per quel tuffo. Dopo il tuffo però io stavo malissimo, perché il ragazzo era caduto per colpa mia, dato che avevo fatto un sorpasso interno non molto regolare. Allora in spogliatoio mi sono messa a piangere e subito sono arrivati i miei compagni che hanno iniziato a dirmi di stare tranquilla, che non sarebbe successo nulla e (ovviamente suo fratello l’ha detto) che era colpa sua se era caduto. Questo per far capire come questi ragazzi riescano ad aiutarmi in qualunque situazione, e dopo il mio imbarazzante tuffo l’hanno subito buttata sul ridere e sono riusciti a consolarmi mentre stavo davvero male. Io gli voglio davvero bene, non so come farei senza di loro, perché mi aiutano in un sacco di momenti difficili (ovviamente soprattutto nello sport). Sono i miei pasticcini numero 1. Spero di fare cinque gemme in tutta la mia vita, e spero che avergliene dedicata una possa far capire quanto bella sia la nostra amicizia, che continua anche fuori dal palaghiaccio”. (M. classe prima).
“Questo è il primo anno che porto una gemma ed ero all’inizio molto indecisa su cosa portare. Ho deciso di portare il mio sport: la danza. Io pratico un tipo di danza molto particolare che in tanti non conoscono e si chiama danza latino-americana. Sono molto legata a questo sport perché è da 5 anni che lo pratico e mi ha insegnato che la perseveranza è sempre la risposta per ottenere risultati. Da piccola, ero letteralmente incantata da questi bellissimi abiti indossati dai ballerini che mi sono imposta l’obiettivo di diventare anche io così e adesso posso dire di avercela fatta! Ѐ emozionante salire sul palco davanti a tante persone per mostrare a tutti che sai ballare e, alla fine, prendersi gli applausi: una bella sensazione che ti fa guadagnare sicurezza e ti rende orgogliosa dei passi che hai esercitato a lungo. Durante le gare, invece, sei molto nervoso perché è una competizione e hai paura di sbagliare, di andare fuori tempo, che ti cada l’acconciatura, che la musica si inceppi. Con il tempo, però, capisci che l’unica cosa che ti serve per ballare bene è la passione che ci metti. Me lo dicono da quando sono piccola: la passione è tutto nella danza, perché con quella ti diverti e segui in modo più sciolto la musica. Sono stata molto fortunata a trovare i migliori compagni e insegnanti che qualcuno potesse desiderare: loro ti supportano (e sopportano), ti fanno ridere e rilassare e non smettono mai di rialzarti se cadi. Sicuramente ci sono stati alti e bassi, momenti sereni e di fatica, sudore e lacrime (e ancora ci saranno), ma ne è assolutamente valsa la pena perché sono orgogliosa del percorso che ho fatto, delle scelte che ho fatto, dello sport che faccio. Ballare è qualcosa di liberatorio per me e non lo cambierei per nulla al mondo. Ѐ la mia seconda casa e la mia seconda famiglia!” (A. classe prima).
“Quest’ anno come gemma ho deciso di portare la musica, perché la musica è una parte fondamentale della mia vita. Mi accompagna ogni giorno, sia per rilassarmi, concentrarmi o semplicemente per divertirmi. Ogni genere ha qualcosa di speciale per me, e mi piace scoprire nuovi artisti e suoni. Mi aiuta a scaricare lo stress e a migliorare l’umore, ed è sempre presente quando ho bisogno di compagnia. La musica per me è anche un ricordo, perché quando ascolto una canzone ripenso sempre al periodo in cui la ascoltavo più frequentemente, come le canzoni R&B dei cd di mio padre che cantavo a squarciagola durante i tragitti più lunghi quando ero più piccola (anche se lo faccio ancora). Non importa dove mi trovi o cosa stia facendo, la musica è sempre lì, a rendere ogni momento un po’ più speciale. Non potrei mai farne a meno, perché la musica, con ogni suo genere diverso, mi fa sentire a casa ovunque io sia perché mi porta conforto e mi comprende anche quando non so spiegare i miei sentimenti e mi sento sola” (C. classe seconda).
“Questa è una foto di me e dei miei due fratelli che mi hanno cresciuta con gioia, scherzi e tanto intrattenimento. In questa foto eravamo nel parco di Cavalese, Trentino Alto Adige. Un tempo avevamo una casetta in quel paesino, era praticamente la mia infanzia e la adoravo. Purtroppo l’abbiamo data agli zii di mia madre perché col passare del tempo non riuscivamo a tenerla. Ho scelto questa foto di me, mio fratello e mia sorella perché amo il fatto che abbiamo avuto tantissime possibilità di passare del tempo insieme, anche se ora stiamo diventando grandi e non li vedo tanto spesso come prima. Amo i miei fratelli, tutti quanti, anzi, tutta la mia famiglia, ma loro due sono i migliori in assoluto: il legame è fortissimo, non lo voglio perdere, anzi voglio che cresca con me per sempre” (R. classe prima).
“Nel 2019 sono andata a Parigi. E’ stato un viaggio indimenticabile non solo per la bellezza della capitale ma anche perché è una delle mie città preferite dato che mi piace la lingua e ci sono tantissime cose da visitare. I posti che ho visitato che mi sono piaciuti di più sono stati la Torre Eiffel, in cui siamo saliti solo io e mio padre, da cui la vista era mozzafiato e la sera era illuminata. Il Louvre è stato molto interessante anche se ero piccola. Il posto più bello è stato andare a Disneyland Paris in cui mi sono divertita un sacco e mi ricordo ancora il viaggio in treno che abbiamo fatto per andarci dato che era fuori Parigi. L’unica cosa è che non ho potuto visitare la Cattedrale di Notre Dame e mi è dispiaciuto però mi sono divertita moltissimo. Oltre a questo ci sono ovviamente molte altre cose da visitare e per me sarebbe un sogno poter vivere a Parigi”. (E. classe prima).
“Osservando le persone che mi circondano, mi sono fermata a riflettere su quanto siano preziose le persone che mi sono sempre accanto e di quanto io ne sia grata, ogni giorno. Eppure, guardando più da vicino, ho notato una piccola stella che, fin dal primo momento, è stata al mio fianco in ogni situazione, senza mai farmi sentire sola. Quella stella si chiama A., ed è mia cugina. È sempre stata lì per me, supportandomi in ogni circostanza e sopportandomi anche nei miei momenti più difficili. Con lei ho condiviso risate, segreti e sogni, ma anche paure e sfide. A. non è solo una cugina, ma una sorella, la mia migliore amica, la persona che sa sempre come farmi sentire meglio, la mia compagna di avventure. Nonostante la distanza che ci separa, nemmeno i continenti che ci tengono lontane sono riusciti a spezzare il nostro legame. Ogni estate, ogni Natale, ogni piccolo momento che trascorriamo insieme riesce a tirare fuori la parte migliore di me. E anche quando la mia parte più fragile si fa vedere, lei è sempre lì, pronta a sostenermi senza mai giudicare, con una pazienza che solo lei sa avere. È stata la mia sorella maggiore, quella su cui ho sempre potuto contare, e ogni giorno la ammiro sempre di più. Anche se quest’anno compirà 18 anni e diventerà adulta, per me rimarrà per sempre la mia cuginetta, quella che porto sempre nel cuore e di cui parlo con orgoglio a tutti, e per cui conto i giorni che mancano all’estate, con la certezza che non importa quanto tempo passi, il nostro legame non cambierà mai. Una delle cose che più mi fanno sorridere di lei è che, come dice la canzone, Why everybody so serious? Perché con A. non posso fare a meno di ridere e scherzare sempre. Non importa quanto la vita possa essere complicata o seria, con lei ogni momento diventa un’occasione per divertirci, per essere spensierate come due bambine. Avrei potuto dedicarle una di quelle canzoni sdolcinate, piene di parole dolci e romantiche, ma sono sicura che non sarebbe stato giusto. A. non è solo una persona con cui condividere momenti teneri e riflessivi, ma è anche la mia compagna di risate, la persona con cui posso essere completamente me stessa, senza filtri o convenzioni. Con lei, non c’è bisogno di frasi melense o gesti eccessivamente dolci. Ho scelto invece questa canzone, Pricetag, poiché l’abbiamo cantata a squarciagola quest’estate, mentre andavamo in vacanza, e in quel momento è come se il tempo si fosse fermato. Siamo tornate due bambine che si divertono senza pensieri, con il cuore leggero e mille idee in testa. È questo che amo di più: con lei, anche nei momenti più ordinari, tutto diventa speciale, perché insieme ci sentiamo invincibili. A. è la mia stella, quella che rende ogni giorno migliore, quella che è sempre stata al mio fianco, in ogni momento della mia vita, e per tutto questo le sono immensamente grata”. (V. classe seconda).
“Ogni anno, durante le settimane del centro estivo, viene scelto un tema su cui riflettere insieme ai bambini, e quest’anno il tema è stato quello della “Gioia piena”. A prima vista, potrebbe sembrare complicato spiegare questa parola a dei bambini, ma in realtà la gioia si manifesta in modi diversi nella vita di ognuno. Durante quest’estate, ho avuto l’opportunità di riflettere sul significato di questa parola e, alla fine, ho capito cosa rappresenta veramente per me la gioia piena. In particolare, sono convinta di averla sperimentata veramente durante la settimana di luglio trascorsa in montagna, a Rigolato. È stata una settimana ricca di impegni per noi animatori, una settimana che ci ha visto dedicare interi pomeriggi alla preparazione delle attività, dei giochi, delle squadre e di tutto il resto. Nonostante la stanchezza di quei giorni, i ricordi più belli che conservo di quella settimana sono quelli legati ai momenti passati insieme ai miei amici, le lunghe camminate in montagna animate dalle risate dei bambini e dalle canzoni che cantavamo lungo i sentieri, i pasti condivisi in una piccola sala da pranzo, dove ci trovavamo stretti ma felici, le sere trascorse a chiacchierare, tutti chiusi in una sola stanza, con la paura di essere scoperti e mandati nelle nostre camere, la fretta delle pulizie e, soprattutto, le risate dei bambini che mi seguivano ovunque, facendomi mille domande a cui, nonostante tutto, cercavo sempre una risposta. A rendere questi momenti indimenticabili sono state le persone con cui li ho vissuti: il gruppo di animatori, che è stato semplicemente il più bello che potessi desiderare, ma anche i bambini, che sono il vero collante di tutte le situazioni. Ricordo un momento preciso in cui ho capito davvero quanto tutto questo fosse importante per me. Era la mattina dell’ultimo giorno del camposcuola. Ci trovammo tutti insieme fuori dalla casa, pronti per entrare nella sala da pranzo per fare colazione. Quando entrai, vidi che sui tavoli c’erano i libretti che noi animatori avevamo preparato la sera prima, riempiendoli di dediche fino alle due di notte, uno per ogni bambino presente. E ricordo anche di aver trovato al mio posto un foglio, riempito delle firme dei bambini che mi avevano accompagnato durante questa esperienza. È stata una sorpresa inaspettata vedere che ogni animatore aveva ricevuto qualcosa di simile, e non riuscivo a trattenere l’emozione. Quel momento, circondata dalle espressioni gioiose dei bambini che si leggevano le dediche a vicenda, mi ha riempito il cuore. Quella giornata, passata a ricordare i momenti più belli della settimana con gli altri animatori, abbracciandoci, consolandoci a vicenda e cantando le nostre canzoni dell’estate, mi ha fatto comprendere quanto questo lavoro mi faccia bene al cuore. Le persone con cui condivido queste esperienze non sono soltanto dei “colleghi”, ma sono degli amici con cui ho una complicità che va oltre il ruolo dell’animatore. Per me, loro sono la luce e il sale della mia vita!” (C. classe quinta)
“Come gemma ho deciso di portare questo cd. È My Everything di Ariana Grande e me l’ha comprato mio padre nel 2015/2016, lo mettevamo sempre in macchina quando andavamo al mare. Ho sempre ascoltato la musica di Ariana da quando ero piccola, ogni mattina mettevo le sue canzoni su youtube e saltavo sul letto. Ogni volta che ascolto le sue canzoni mi sembra di ritornare a quei tempi e ancora ad oggi, quasi 10 anni dopo, l’ascolto ed è per me importante perché sono cresciuta con lei e la sua musica” (A. classe seconda).
“Per la mia gemma ho deciso di portare cinque persone che per me sono fondamentali. Ci siamo conosciute in momenti diversi, ma oggi siamo un gruppo super unito. C’è S., la bionda del gruppo anche se questo non la rispecchia, probabilmente è la più organizzata di tutte. Quando c’è da prenotare il sushi chiama sempre lei. Poi c’è E., la “terrona” del gruppo, se c’è da litigare lei parte in siciliano e non si ferma finché non le danno ragione. C’è anche E., che a volte esagera parlandoci dei suoi malesseri del mare, ma quando si tratta di fare festa, è sempre lei a offrire casa. Poi c’è K., la più dolce e paziente: è quella che riesce sempre a mantenere la calma e a fare in modo che il gruppo resti sereno, anche nei momenti più caotici. Infine, c’è A., che quando parte una canzone rumena, ci prende per mano e subito iniziamo a ballare in cerchio. Siamo tutte diverse, ognuna con la sua personalità e il suo carattere, ma insieme moriamo sempre dalle risate. Ogni volta che usciamo a S. o andiamo a una festa, è sempre un’avventura. Succedono cose strane, ma ci divertiamo un sacco, e quella sensazione di pazzia è una delle cose che rende speciali questi momenti. A proposito di feste, ho scelto di rappresentare il mio gruppo con una canzone. In generale partiamo sempre con il Pagante ma quella che ci gasa di più è sicuramente Settimana bianca: ogni volta che parte questa canzone, in qualsiasi posto ci troviamo, ci guardiamo negli occhi e cominciamo a cantarla a squarciagola. Per concludere, spero che questa amicizia possa durare per sempre, perché, a prescindere da tutto, le mie amiche sono una parte fondamentale di me”. (C. classe seconda).
“Oggi come gemma ho deciso di portare i biglietti di una partita che sono andata a vedere. Il 5 maggio 2024 sono andata a Bologna a vedere una partita di basket della Virtus Segafredo Bologna contro Dolomiti Energia Trentino. Credo sia stata la giornata più bella di sempre e avrà sempre un posto nel mio cuore. Ho regalato questi biglietti a una persona davvero importante, sapendo quanto a lei piaccia questa squadra. La sua reazione è stata indescrivibile ed è rimasta senza parole! Siamo andate a Bologna in macchina e, una volta trovato parcheggio, abbiamo girato un po’ la città. Bologna è meravigliosa e si è guadagnata il prima posto tra le mie città italiane preferite. Credo che questo sia legato principalmente ai ricordi che si sono creati qui. Verso le 17 siamo andate verso l’arena e una volta entrate ho provato una sensazione incredibile. È stato tutto pazzesco: il riconoscimento, il riscaldamento, la partita e il tifo. PAZZESCO! Siamo andate poi a mangiare in una fantastica trattoria: abbiamo diviso una lasagna e una cotoletta alla bolognese, erano buonissime! Dopo siamo tornate alla macchina e abbiamo fatto ritorno in Friuli. La mia gemma quindi non è solamente un biglietto di una partita, bensì una giornata indimenticabile”. (R. classe terza).
“Quest’anno come mia gemma ho deciso di portare qualcosa di diverso, non una persona bensì un’esperienza intera. Frequento il campus Anbima da tre anni, anche se da piccola andavo spesso con mio padre, perciò per me è come una seconda casa. Questo campus consiste in una settimana intensa di prove con due concerti alla fine dove si riuniscono giovani provenienti dalle bande di tutto il Friuli, perciò quella che io chiamo la mia seconda famiglia raggiunge ogni anno circa le 160/170 persone. Appena il campus finisce inizio il conto alla rovescia per il campus seguente, e mi capita ogni volta di passare i giorni seguenti al ritorno nel letto a piangere: è un’esperienza che sento veramente molto e mi insegna sempre qualcosa di nuovo. Lì conosco di anno in anno nuove fantastiche persone, ognuna diversa da un’altra, persone che lasciano un segno indelebile nella mia vita e con le quali si stabiliscono sempre rapporti diversi e sorprendenti. Non so spiegare il sentimento che provo verso queste persone e verso questa esperienza, non riesco a spiegare le emozioni che provo quando guardo le foto o quando qualcuno mi nomina Piani di Luzza, però i miei occhi brillano ad ogni ricordo, come questo, catturato in questa foto: avevamo una settimana in cui potevamo contare massimo 2 ore di sonno a notte, 9/10 ore di prove al giorno, era l’una di notte eppure stavamo cantando Maledetta primavera sulle spalle dei nostri amici. Mi manca tutto e tutti di Piani e non vedo l’ora che questi 293 giorni finiscano e che sia finalmente il 25 agosto”. (R. classe terza).
“Fortunatamente, quest’anno non ho avuto alcun dubbio su cosa portare come gemma. Sin dal primo momento, sapevo esattamente cosa avrei scelto, perché si tratta di un’esperienza a cui sono stata particolarmente legata nel 2024. Ho deciso di portare il concerto di Sfera Ebbasta, al quale ho assistito il 15 giugno a Lignano. È stata un’esperienza indimenticabile, ed è proprio per questo che ho scelto questa foto scattata alla fine del concerto, quando purtroppo tutto stava per finire. Quel concerto è stato, senza dubbio, uno dei più belli della mia vita, se non il più bello in assoluto. Ha segnato per me l’inizio dell’estate, di quel periodo dell’anno che aspetto per la sua leggerezza e spensieratezza. Per quell’oretta e mezza la musica mi ha fatto dimenticare le preoccupazioni e le ansie quotidiane, comprendendo a pieno il vero significato della musica. È stato come un simbolo del passaggio a una stagione in cui mi sento finalmente libera di vivere a pieno, senza pensieri o stress. Inoltre, c’è un altro motivo per cui questo concerto è stato così speciale per me: è stato il primo concerto di una persona a me cara e vederla finalmente felice è stata la cosa migliore di quella serata. Condividerlo insieme ha reso l’esperienza ancora più unica. Per me, questo concerto rappresenta molto più che un semplice concerto: è stato l’inizio di un’estate speciale, un’estate che mi ha regalato momenti di felicità e spensieratezza, e che porterò sempre nel cuore”.
“Quest’anno come gemma ho deciso di portare una parte importante della scuola, ma soprattutto della mia vita: i miei amici. In particolare vorrei dedicarla ad alcuni miei amici di classe. Li conosco da appena un anno circa, ma mi sembra di conoscerli da sempre. Con loro ho passato alcuni dei momenti più belli di questo ultimo periodo e spero di passarne ancora molti. Abbiamo creato un bellissimo rapporto che spero possa durare per sempre, non solo per cinque anni, ma per tutta la vita. Sono delle persone veramente speciali e importantissime per me e, anche se forse non lo dimostro spesso, gli voglio un mondo di bene. Riescono a rendere ogni giornata meno pesante e più divertente e piacevole. Quando sto con loro mi sento veramente bene e sono me stessa al 100%. Per qualsiasi cosa loro ci sono e questa è una delle cose più belle secondo me. E, ovviamente anche fuori da scuola, siamo un bellissimo gruppo, ci piace uscire insieme e scherzare. Loro ci sono sempre se vuoi ridere, piangere, se sei arrabbiato, se hai qualche problema o se semplicemente vuoi qualcuno al tuo fianco. Credo che siano il regalo più bello che la scuola mi abbia donato e ne sarò grata per sempre. Quindi voglio semplicemente ringraziarli per quello che sono e per quello che rappresentano per me e per supportarmi e sopportarmi sempre. Grazie a V. per capirmi sempre e supportarmi, a G. per farmi sempre sorridere e consolare, a C. per la sua dolcezza e gentilezza, a E. per i suoi dolci abbracci, a C. per scherzare insieme tanto da sembrare matte e a D. per farmi ridere. Vi voglio un mondo di bene e grazie per tutto”. (S. classe seconda).
“Oggi ho scelto di portare la sciarpa della partita Barcellona-Lione. Sabato 21 maggio 2022, dopo aver fatto un giro per la città di Torino, io, tre mie compagne di squadra e le nostre rispettive famiglie, siamo andati all’Allianz Stadium a vedere la finale di Champions League femminile. Il Lione ha vinto 3 a 1 contro il Barcellona ed è stata una partita magnifica; lo stadio, lo spettacolo di inizio partita e anche la premiazione finale erano stupendi, ci siamo tutti divertiti tantissimo. Il giorno dopo, invece, siamo andati in provincia di Vicenza perché, questa volta, abbiamo dovuto giocare noi ragazze; non ricordo che squadra fosse ma so che abbiamo vinto” (E. classe terza).
“Quest’anno come gemma ho deciso di portare l’estate 2024. È stata una delle migliori estati di tutta la mia vita, ho fatto nuove (fantastiche!!) conoscenze ed esperienze. È stata l’estate giusta al momento giusto. Durante i mesi di Giugno e Luglio ho “lavorato” ad un centro estivo in spiaggia ed è stata un’esperienza veramente meravigliosa! Mi sono affezionata molto ai bimbi nonostante stessero con noi solo pochissime settimane. Ad Agosto, invece, sono partita per una vacanza differente dalle precedenti, perché non c’era solo la mia famiglia ma molte di più. Ho trascorso la prima parte del mese assieme a dei ragazzi già noti che ho potuto conoscere meglio, aggiungerei fortunatamente. Dopo un po’ di giorni ci hanno raggiunto altre 6 famiglie e insieme abbiamo passato dei giorni unici e spensierati, in luoghi tranquilli che quasi sembravano “riservati” per noi, perché raggiungibili solamente in barca. Purtroppo tutti abitiamo distanti tra noi e riuscire a vedersi anche d’inverno è molto difficile. Fortunatamente, però, siamo sempre in contatto e riusciamo a far sembrare di essere sempre insieme! In poco tempo sono diventate tra le persone più importanti nella mia vita. Spero di passare un’estate altrettanto magnifica nel 2025!” (M. classe terza).
“In questa gemma ho deciso di parlare di due estati fa, quando io andai in vacanza in Sicilia e io, mio cugino e un altra ragazza di lì, trascorremmo delle giornate indimenticabili, piene di adrenalina e inevitabilmente di errori. In quel periodo ognuno di noi aveva delle fragilità che venivano colmate dalla presenza di un trio molto legato. Mi ricordo ancora quando rimanemmo fuori tutta la notte, coperti da mia cugina. Il mio ricordo principale di queste serate è una canzone, nata per errore, che invita al divertimento e che ci trasmetteva delle ottime vibes facendoci dimenticare di tutti i problemi e invogliandoci a godere al massimo i momenti che stavamo vivendo. Questa canzone si intitola Bevo tutta la notte, di Alfa, Olly e Drast” (A. classe prima).