Gemma n° 2817

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare un posto per me molto importante, ovvero l’Albania. Quando penso a quel luogo penso alla mia infanzia, alle estati calde e belle che ho passato con la mia famiglia. Purtroppo, però, quando ci penso, penso anche a quanto in fretta passino gli anni e a quanto lontani stiano diventando quei ricordi. É da ormai tanti anni che io non ci torno più e la nostalgia che provo diventa sempre più grande. Nonostante ciò, però, sono felice di aver passato bei momenti come quelli e sono felice che facciano parte di me. Spero davvero, un giorno, di poterci tornare e rivivere i ricordi che hanno segnato la mia vita. So che non sarebbe più come una volta, ma so che tornarci mi farebbe sentire felice e in pace” (G. classe terza).

Gemma n° 2714

“È arrivato quell’anno che tanto speravo non arrivasse, l’anno in cui alla domanda della mia maestra “questo è l’anno dell’attestato?” risposi di sì. Durante questi anni ho sempre cercato di conciliare danza e studio, perché per quanto sia difficile non volevo rinunciare alla mia passione più grande. Quest’anno però è diverso, ho preso la decisione di non andare all’università vicino alla mia scuola di danza, e inevitabilmente questo sarà il mio ultimo anno lì. Probabilmente non sarà l’ultimo anno in cui ballerò in assoluto però sarà l’ultimo in questa scuola e con queste persone, che sono diventate per me come una seconda famiglia. Queste foto sono state scattate l’anno scorso durante i giorni del saggio di danza, che rappresentano momenti che rivivrei all’infinito. Ogni secondo di quei di giorni è magico; l’adrenalina prima di salire sul palcoscenico, gli applausi del pubblico, il panico del non ricordare la coreografia due secondi prima di entrare in scena, le risate e la complicità dietro le quinte e nei camerini, il truccarsi a vicenda, i mazzi di fiori che ricevi dopo lo spettacolo, il riscaldamento nella platea del teatro, le prime prove con il tutù, i pezzi di coppia con B, l’amica con cui ballo da quando ho 4 anni, le bambine piccole che ti ammirano con quegli occhi incantati, gli stessi che io rivolgevo alle ragazze più grandi quando ero piccola, gli abbracci alla fine di ogni spettacolo in cui puntualmente si piange sono momenti che mi fanno bene al cuore e che so che mi mancheranno come non mai. La danza è sempre stata fondamentale per me, un porto sicuro a cui aggrapparmi, una valvola di sfogo dallo stress, dove posso essere me stessa. È strano pensare che tra qualche mese non sarà più parte della mia quotidianità. Sarò sempre grata per tutti i momenti che mi ha regalato; mi ha reso chi sono oggi e sarà sempre una parte di me” (G. classe quinta).

Gemma n° 2713

“La mia gemma sono queste lettere che i miei compagni delle elementari mi hanno scritto quando sono tornata in Italia dal Brasile. Dopo essere stata via così a lungo, non mi aspettavo che qualcuno si ricordasse ancora di me. Invece, tornare e trovare persone che mi stavano aspettando è stato come riscoprire un legame che pensavo di aver perso. Mi ha fatto capire che, nonostante i tanti cambiamenti e i trasferimenti, un pezzo di me era rimasto lì, con loro. Quelle lettere mi hanno fatto sentire accolta, come se avessi davvero un posto a cui appartenere. Questo mi fa pensare che, anche con la distanza, sarai sempre nei pensieri di qualcuno in un senso positivo anche se non te ne rendi conto” (A. classe quarta).

Gemma n° 2700

“Ho deciso di portare questa canzone che ho scritto quando ero ancora alle medie. Nella mia vecchia scuola facevamo teatro e, essendo l’ultimo anno, dovevamo mettere in scena il nostro spettacolo per l’ultima volta. Ci tenevo molto a scrivere una canzone e dedicarla alla mia classe, un modo per rappresentarci.
All’inizio l’avevo buttata sullo scherzo e avevo detto alla mia migliore amica che, se un giorno il nostro professore (quello con cui facevamo teatro) ci avesse lasciati, avrei voluto che lei suonasse la chitarra e io cantassi. Quando ne abbiamo parlato con lui, però, la prese seriamente e ci aiutò: supportò molto la mia migliore amica con gli accordi e aiutò me a cantare a tempo.
Quando arrivò il giorno dello spettacolo, tutto accadde molto velocemente e, quando mi resi conto che era finito, sono scoppiata a piangere. Per me, tutto ciò che mi rendeva felice era ormai finito: il teatro, la scuola e i rapporti con i miei compagni. Ancora oggi vorrei tornare a quei giorni, perché ero felice.
La panchina e la chitarra sono i simboli del mio professore, che è una delle persone più importanti per me” (I. classe prima).

Gemma n° 2686

Fonte immagine

“Ho scelto di portare una mia foto di quando ero piccola perché mi piace molto e anche se non mi ricordo quando, come o dove io abbia fatto questa foto ho deciso di portarla perché sto attraversando un momento difficile e penso spesso di voler tornare a quando ero bambina. In questo periodo sono molto stressata e molte volte non riesco a stare dietro ai miei impegni scolastici e sportivi per questo mi trovo spesso a fare le ore piccole e ad essere molto affaticata durante la giornata. Per questi motivi mi trovo a pensare a quanto sia bello essere bambini, liberi e spensierati, e a quanto vorrei tornare a quei tempi dove le mie uniche preoccupazioni erano di tornare a casa in tempo per guardare il mio cartone preferito e di scegliere quale tra le mie tante Barbie dovesse stare insieme al mio povero unico Ken” (G. classe quarta).

Gemma n° 2665

Immagine creata con ChatGPT®

“Ho deciso di portare il referto di una partita di basket a cui ho partecipato, perché per me è una delle più importanti. In questa partita, risalente al 2017, ho stabilito il mio record di punti (37) in soli venti minuti. Ero veramente bravo, ma purtroppo ho deciso di smettere di giocare. Ancora oggi, quando guardo il referto, provo un po’ di nostalgia di quei tempi” (F. classe terza).

Gemma n° 2630

“Ho voluto portare questo pupazzo di neve fatto in 1a media perché mi ricorda i bei vecchi tempi di quando c’erano meno pensieri e preoccupazioni e mi ricorda anche della mia prof di tedesco, purtroppo venuta a mancare un mesetto fa circa” (T. classe seconda)

Gemma n° 2589

Fonte immagine

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare il viaggio studio che ho fatto quest’estate in Irlanda. Era la prima volta che facevo un’esperienza simile, in un paese dove non ero mai stata, dove la lingua non era la mia e dove non conoscevo nessuno, perciò sono partita con Francesca, una compagna di classe che ho conosciuto l’anno scorso e alla quale tengo molto. 
La nostra esperienza è iniziata il 4 agosto quando siamo partite da Udine con altri 20 ragazzi e due accompagnatori, siamo arrivati all’aeroporto di Venezia dove, dopo aver lasciato le valigie e aver fatto i controlli, siamo partiti per Dublino. Dopo due ore di volo siamo atterrati in Irlanda e sembrava di essere tornati a ottobre, infatti quando siamo scesi dall’aereo pioveva e faceva freddo, dopo aver ripreso i bagagli abbiamo viaggiato altre cinque ore in bus per arrivare a Cahersiveen: un paese sulla costa occidentale dell’Irlanda dove avremmo vissuto per due settimane. Appena arrivati, siamo stati divisi in famiglie, io e Francesca eravamo insieme a una  ragazza spagnola ed eravamo ospitate da una coppia della zona. Le nostre giornate erano impegnative: la mattina avevamo corsi di inglese e il pomeriggio facevamo diverse attività nel territorio e sulle coste irlandesi. Abbiamo avuto la possibilità di conoscere ragazzi provenienti dalla Spagna, dalla Francia, dalla Germania, dalla Polonia e fare amicizia con loro; l’ultimo giorno quando siamo partiti per tornare a casa eravamo tutti tristi che il viaggio fosse finito, ma allo stesso tempo contenti di aver vissuto un’esperienza così bella. Questa vacanza mi è piaciuta moltissimo e mi ha dato l’opportunità di conoscere un paese nuovo ed entrare nella cultura del suo popolo, ma anche di incontrare ragazzi da tutta Europa e migliorare l’inglese. Spero di ripetere questa esperienza anche in altri paesi” (V. classe seconda).

Gemma n° 2524

“Parto col dire che non sono brava né a scrivere né ad esprimere a parole i miei sentimenti ma ammetto che per me è stato facile decidere l’argomento della mia gemma. Il mio pensiero è andato subito a mia sorella.
Credo che sia una delle uniche certezze della mia vita, la persona che mi consola dopo una crisi, quella a cui mi rivolgo in un momento difficile. Lei c’è, c’è stata e ci sarà sempre.
Sa quando mi dà fastidio qualcosa, quando non voglio dire a nessuno cosa c’è che non va, quando sono triste o arrabbiata. Lei sa cosa fare in tutte queste situazioni e cerca sempre di aiutarmi, a costo di fare piccoli sacrifici per rendermi contenta. E io sento di non fare nulla per lei, di non trattarla come si meriterebbe, di non dirle ti voglio bene abbastanza.
La sento vicina ma allo stesso tempo capisco che si sta allontanando da me. Dall’anno prossimo quando lei se ne andrà niente sarà più lo stesso. Né la casa né la famiglia né la semplice normalità. Come se si staccasse un pezzo di me, che in tutto questo tempo ho ritenuto scontato e di cui solo adesso capisco appieno l’importanza. Lei significa tanto per me, è un punto di riferimento da cui prendere spunto sempre.
So che si cresce e che l’università è un passo importante, soprattutto per lei che ha grandi sogni per il suo futuro e perciò io la devo appoggiare.
Ma il mio sogno adesso sarebbe solo tornare indietro a quando eravamo bambine per rivivere tutto il nostro rapporto come fosse la prima volta”.
(L. classe prima).

Gemma n° 2498

Fonte

“Valbruna! Dove il cuore riposa e l’ansia scompare!
Sono particolarmente legata a questo posto perché praticamente tutti i miei ricordi d’infanzia sono concentrati qui.
I miei genitori 14 anni fa hanno preso la seconda casa in questo paesino di montagna.
I primi ricordi che ho legati a questo posto risalgono al 2013 quando ho conosciuto la mia amica O., con cui ho vissuto i momenti più belli e divertenti: siamo andate in viaggio insieme in Germania, abbiamo giocato insieme di notte a nascondino e fatto le camminate più faticose insieme. Abbiamo passato estati intere a raccontarci cosa succedeva nelle nostre due città, e pian piano abbiamo allargato il nostro duo ad altri tre ragazzi con cui abbiamo fatto amicizia negli anni seguenti.
Il primo ricordo è il corso di sci a cui mi avevano iscritto i miei genitori all’età di cinque anni.
Altra cosa significativa sono le giornate passate nei boschi con mio padre e il suo amico alla ricerca di funghi, cosa noiosa all’inizio però quando ne trovavi uno era una soddisfazione indescrivibile.
Ogni sera andavo, assieme a mia mamma, a fare una passeggiata per il paese, in cui a volte capitava di incontrare degli animali, tra cui cervi e volpi.
Questo posto dista molto poco dal confine con l’Austria, infatti, ci vado e ci andavo molto spesso: d’estate al lago, il mio momento preferito, e d’inverno alle terme di Villaco o a fare una giornata di shopping all’Atrio, un centro commerciale di questa città.
Le escursioni effettuate sul monte Osterig, precisamente a Lomsattel, dove la proprietaria del rifugio mi parla solo in tedesco da quando sono piccola; quindi, questo ha aiutato molto a fare pratica della lingua e della pronuncia.
Non ho ricordi brutti legati a questo posto ma ultimamente non ho la possibilità di tornare a casa e questa cosa mi provoca tristezza e nostalgia”.
(V. classe prima).

Gemma n° 2493

“Il 13 Giugno 2023 mi viene detto che sono stata bocciata.
Ovviamente non è stato un fulmine a ciel sereno, lo sapevo da un po’ che sarebbe andata così, ma ciò non significa che l’abbia presa bene. Mi ricordo perfettamente com’è andata: c’era un sole caldo e splendente e facevo l’animatrice al centro estivo, una delle mie attività preferite.
Avevo la squadra blu, composta da bambini dai 6 agli 8 anni.
Quel giorno S., che nonostante i suoi 7 anni aveva una vita troppo travagliata, mi disse: “Maestra S., sei diventata la mia maestra preferita!”.
G., G. e C., di 9 anni e appassionate di ginnastica artistica, mi chiesero di guardarle mentre facevano un balletto che avevano creato da sole.
G., 8 anni e con una gamba rotta mentre andava in bici, si sedette accanto a me e mi raccontò tutto quello che sapeva sugli antichi egizi.
M., 18 anni e la mia migliore amica da 5, mi chiese di andare a mangiare al Mc.
D., 19 anni e il mio posto di pace, mi disse che amava il mio sorriso.
Era una giornata perfetta.
Mentre salutavo i genitori che venivano a prendere i loro figli, vidi la macchina dei miei avvicinarsi, cosa strana considerando che tornavo a casa sempre da sola.
Forse dovevano passare di lì e avevano pensato di venirmi a prendere?
Salii in macchina e mio padre mi chiese com’era andata, ma prima che potessi rispondere, mia madre disse: “Ha chiamato la prof, quest’anno rimani in quarta”. Dissi solo “Vabbè, tanto lo sapevamo tutti”.
Entrai a casa e non ebbi neanche il tempo di spogliarmi per fare la doccia che scoppiai a piangere. Un pianto estremamente esagerato per essere una notizia che già sapevo sarebbe arrivata.
Ma non ero triste per il fatto di dover ripetere l’anno, ero triste perché avevo preso coscienza che sarei rimasta un anno indietro, che non sarei più stata nella classe migliore che mi sia mai capitata. Non avrei più sentito le interrogazioni assurdamente divertenti di Cod, non avrei più riso con Terra ricordando la nostra esperienza come compagne di stanza, non avrei mai più detto “buongiorno raggi di sole!” appena entrata in classe.
Era come se avessi perso parte di me stessa.
Ora, so perfettamente che ci sono cose ben peggiori nella vita, ma il dolore che sentivo era una miscela di nostalgia, di paura e di incertezza per il futuro. Non sapevo cosa mi avrebbe riservato l’anno successivo, se sarei riuscita a mantenere i legami con i miei ex compagni, se avrei trovato di nuovo il mio posto di pace.
Il pianto che mi aveva travolto era il risultato di tutte queste emozioni riversate in un momento preciso, quando la realtà di ciò che stava accadendo si era manifestata in tutta la sua crudele semplicità. Avrei dovuto affrontare una nuova classe, nuovi insegnanti, una nuova dinamica che non avrei potuto predire.
Così, la doccia che avrebbe dovuto lavare via la fatica della giornata, fu invece un momento di confronto con me stessa, con i miei timori e con la consapevolezza che il mio mondo stava cambiando, anche se non ero del tutto pronta ad accettarlo.
Ora sono in una nuova classe, ho nuovi amici e sono riuscita a mantenere i rapporti a cui tengo di più, quindi direi che non sta andando così male come pensavo.
Certo, a volte il senso di nostalgia e tristezza mi travolge e mi porta giù, ma sto imparando a tornare in superficie sempre più velocemente.
Ho deciso di non scrivere un finale a questo testo perché non so cosa mi riserverà il futuro e non so se sarò pronta ad accettarlo, ma so per certo che porterò per sempre nel mio cuore i miei raggi di sole.”
(S. classe quarta).

Gemma n° 2360

“Come gemma quest’anno ho deciso di portare questa foto, che nella sua semplicità racchiude gran parte della mia estate.
Guardarla infatti mi porta un senso di nostalgia ricordando la calma, la tranquillità e il divertimento che queste giornate ormai passate hanno portato.
Dall’altro lato però mi ricorda di come sia e di come farà sempre parte dei miei ricordi piacevoli quando la mia mente tornerà a pensarci. E mi farà sempre tener presente come alla fine di tutte le “fatiche” c’è sempre la calma, in questo caso rappresenta dall’estate” (P. classe quarta).

Gemma n° 2323

“La mia ultima gemma è una lettera che dedico alla mia classe, grazie alla quale sono cresciuto molto in questi cinque anni e alla quale darei il mondo per quanto mi hanno dato.

Alla lettera ho unito anche due canzoni: Sunny side of London dei Joker Out e On my way di Alex Lahey (dal film “I Mitchell contro le macchine”).

La prima canzone è speciale per me perché nel ritornello viene cantato “hug your best friends (abbraccia i tuoi migliori amici)” e non è un segreto il fatto che io ami abbracciare i miei amici, ma soprattutto nell’urlo che si sente dopo “scream as loud as you can” ci sono anche le voci mia e di una mia cara amica, con la quale sono stato al concerto in cui la band ha registrato l’urlo usato nella canzone; perciò l’ho scelta come simbolo dell’affetto che provo per i miei compagni.

La seconda canzone invece parla del proprio percorso di vita, del procedere verso il futuro guardando con felicità al passato; poche canzoni sono riuscite a commuovermi come questa e a farmi sentire nostalgia di qualcosa che non ho ancora superato. L’ho scelta perché nonostante sarà molto difficile per me separarmi dalla mia classe, so che dovrò andare avanti per me stesso e per i miei amici.
(T. classe quinta).

Gemma n° 2322

“Ho deciso di portare come mia gemma di quest’anno una macchina fotografica analogica.
Me l’hanno regalata a gennaio 2023.
Sin dal momento in cui l’ho ricevuta ho saputo che sarebbe stato un regalo speciale per me perché ho sempre amato la fotografia vecchio stile, l’attesa e la preziosità che si attribuisce ad ogni scatto.
Proprio per questo, essendo per me una cosa così preziosa, ho voluto utilizzare i 40 scatti del mio primo rullino attribuendo ad ognuno un valore significativo, diverso dalla maniera e concetto con cui utilizziamo la fotocamera del cellulare tutti i giorni.
Ho deciso dunque di scattare le foto soltanto per immortalare momenti che so resteranno vividi nel mio cuore  per tutta la mia vita.
È per questo che a novembre, dopo quasi un anno, mi mancano ancora tre scatti.
Quest’anno è stato per me un anno ricco di esperienze e di gioia, quindi sono impaziente di vedere il risultato di questo rullino. Per me qualcosa di unico è l’attesa che comporta lo sviluppo delle foto.
Nella mia mente immagino già l’album di foto che riguarderò tra qualche anno, o addirittura mostrerò ai miei figli con una punta di nostalgia ma grata di tutto quello che la vita mi offre: amore, amicizia e magiche opportunità.”
(C. classe quarta).

Gemma n° 2300

“Come gemma quest’anno ho deciso di portare Sappada, un posto dove ho trascorso tutta la mia infanzia, dove ho sciato per la prima volta e che mi ricorda i miei nonni, a cui ero molto legata. Questo posto ha il mio cuore per sempre ed è difficile anche descrivere cosa provo quando sono lí: mi sento davvero in pace con me stessa e sento che non dovrei essere in nessun altro posto se non lì.
Mi ricorda le lunghe camminate che facevo in estate con i miei nonni, tutte le volte che sono stata alle terme sotto casa con mio papà o a prendere il pane la mattina presto con mia nonna; tutti momenti fondamentali della mia vita che non posso dimenticare, neanche volendo.
Nonostante io abbia trascorso 18 anni della mia vita lí e in inverno passi tutti i weekend per lo sci,  ogni volta che ritorno è come se fosse la prima volta e sono sempre tanto emozionata. Questa è una delle sensazioni più vere che io abbia mai provato ed auguro a chiunque di trovare “il proprio posto nel mondo”.” (E. classe quarta).

Gemma n° 2259

“Ho portato la foto della mia nonna materna: si chiama H. Lei per me è la persona più importante; da piccolo preferivo stare a casa sua, non a che casa mia ci fossero litigi, ma lei mi ha insegnato l’educazione, il rispetto e, visto che è parecchio brava a cucinare, anche qualche tipico piatto albanese. Da poco mio nonno è morto, quindi cerco di starle più vicino possibile anche se lei abita in Albania. Questo Natale e per il mio compleanno è venuta qui in Italia, ci siamo divertiti e abbiamo riso tanto. Poi, quando se n’è dovuta andare, mi sono molto rattristito. Se la conosceste anche voi, pensereste la stessa cosa perché lei è così affettuosa e carina con tutti” (L. classe prima).

Gemma n° 2213

“Ho pensato molto a cosa avrei potuto portare quest’anno come gemma. L’unica cosa di cui ero certo è che avrei portato un ricordo da condividere con la classe, ma ne sono successe di cose negli ultimi tempi e non voglio sprecare il tempo di tutti elencandole una alla volta. Quindi ho portato una canzone che ho scoperto circa 6 mesi fa e da allora non ho mai smesso di ascoltarla. Il testo parla della nostalgia e del voler riaggrappare i momenti felici della vita, anche se alla fine dobbiamo tornare al presente. Questo tema è decisamente azzeccato anche perché spesso e volentieri mi capita di passare le notti insonni a ricordare eventi della mia vita, sia belli che brutti” (T. classe quarta).

Gemma n° 2161

“L’idea di portare questa gemma mi è venuta in mente passeggiando per le strade decorate di Udine ed ho pensato subito al fatto che si stia avvicinando il Natale, e che io non me ne stia quasi accorgendo. Mi sono ritornati in mente tutti i Natali trascorsi, soprattutto quelli di quando ero più piccola. Era davvero un periodo bellissimo perché l’atmosfera, la musica mi facevano stare bene ed ero molto felice. Mi sono sempre piaciuti di più i giorni precedenti piuttosto che il giorno in sé, anche se lo passavo con la mia famiglia, perché quella giornata sembrava che durasse davvero poco. Ora che ci penso mi dispiace di non riuscire più a sentire questa atmosfera come una volta, e al contrario di quando ero bambina, non sono più felice spontaneamente in questo periodo che mi fa pensare troppo a tutto. Vorrei riuscire a vivere a pieno ogni momento, perché anche se non lo rivivremo mai più, diventerà un bellissimo ricordo” (S. classe terza).

Gemma n° 2131

“Nonostante possa sembrare una cosa molto infantile, la mia gemma è questo peluche. Non mi ricordo bene la sua storia visto che ero molto piccola, ma so per certo che me l’ha regalato mia zia. L’aveva messo in una cesta assieme ad altri peluche e mi aveva fatto scegliere. Avevo scelto questo peluche perché il giallo per me era simbolo di felicità e in più la faccina sorridente mi ha incoraggiata a sceglierlo. Mia zia ha solo 16 anni in più di me ed essendoci cresciuta assieme mi sento molto legata a lei. Purtroppo da tre anni ha intrapreso un percorso di vita molto complesso che l’ha costretta ad una lontananza dalla sua famiglia. Volevo solo dire che con questo peluche io penso sempre a lei con la continua speranza che lei un giorno possa cambiare idea” (R. classe prima).

Gemma n° 1901

“Ho deciso di portare il primo vestitino che ho indossato quando sono nata: mi dicono che mi stesse persino grande. Pensare che ora ho 15 anni mi fa provare un po’ di nostalgia e ogni tanto vorrei tornare piccola ed essere coccolata com’era a quel tempo; ancora sono coccolata, però ugualmente vorrei tornare a quand’ero piccolina”.

Penso che abbia ragione A. (classe prima): non è la stessa cosa. Quando coccolo Mariasole le vedo fare una cosa di cui penso siano capaci solo i bambini così piccoli: si abbandona, si affida, è totalmente persa in quella coccola, senza altri pensieri. Se la gode, se la prende tutta quella coccola. Penso che crescendo perdiamo questa capacità, ci viene meno l’abilità di cogliere il 100% di quello che viviamo. Molti li chiamano filtri: a volte sono utili, a volte no.