“Ho portato una statuetta regalatami da mio padre per il compleanno: anche se non poteva essere presente perché era in missione, ha voluto comunque farmi sentire la sua vicinanza e quindi ci tengo molto”.
Abbino alla gemma di L. (classe prima) un pezzettino del Sonetto 47 di William Shakespeare. Certo, lui non si rivolgeva al padre in missione, ma quelle parole penso che qui ci possano stare bene: Con la tua immagine e con il tuo amore, tu, benché assente, mi sei ogni ora presente. Perché non puoi allontanarti oltre il confine dei miei pensieri; ed io sono ogni ora con essi, ed essi con te.
C. (classe quinta) ha presentato così la sua gemma: “Quest’anno per la gemma ho voluto portare il sonetto 18 di Shakespeare (nell’immagine) e la lettera di San Paolo ai Corinzi, in particolare questo passo: L’amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso… l’amore non è mai presuntuoso o pieno di sé, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore. L’amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri ma si delizia della verità. È sempre pronto a scusare, a dare fiducia, a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta. Sono particolarmente significativi per me e considero il loro messaggio fondamentale nella vita di tutti i giorni. Bisognerebbe capire il potere di queste parole, che potrebbero veramente cambiare il mondo. Se ognuno di noi, in amore ma anche in amicizia e in tutte le relazioni tenesse a mente questi principi, il mondo sarebbe un posto migliore. Inoltre, quando mi sento triste o ansiosa, ripeto il sonetto di Shakespeare: questo riesce a calmarmi e a darmi energia positiva”.
Premesso che la versione del capitolo 13 della Prima Lettera ai Corinti è quella del film I passi dell’amore, ora faccio una pazzia per commentare questa gemma e se non volete uno spoiler grande come una casa su di un film, fermatevi qui. C’è un film che in più di vent’anni di scuola ho fatto vedere una sola volta ad una classe del Liceo Classico di Cividale (inizio anni 2000): Film blu di Krzysztof Kieślowski (mi piacerebbe tantissimo, qualche volta, fermarmi a vedere un film come questo con qualche classe e discuterne; una volta lo si faceva, poi si è smesso). Racconta la storia di Julie, sopravvissuta all’incidente stradale che le ha portato via il marito e la figlia di 7 anni. Julie inizia un percorso di autodistruzione, ostacolata nel suo intento dalla forza della vita che le si para davanti in continuazione. Il video che pubblico qui sotto è la sequenza finale: l’ho rivista ora dopo tanti anni dalla visione del film e mi sono commosso ancora. Perché lo uso per commentare la gemma? Le parole sono quelle del capitolo 13 della Prima lettera ai Corinti di San Paolo.
“Ho trovato per caso questa canzone in rete. E’ molto bella ma non c’entra molto con ciò che devo dire. Mi ha fatto pensare alla mia situazione. Ho cambiato varie volte lo strumento musicale senza trovare mai quello giusto: ognuno ha la sua difficoltà e non penso serva andare al conservatorio. Basta impegnarsi nel perseguimento del proprio sogno in ogni modo e in qualsiasi maniera”. Ieri era l’anniversario della nascita e della morte di William Shakespeare. A lui è attribuita la frase “Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita”. Mi piace commentare con queste parole la gemma di V. (classe seconda): un investimento di energia e fiducia nella vita, in se stessi e nelle proprie capacità.