Un brano di letteratura e una canzone: li ho uniti perché li sento affini, come se facessero vibrare in me le stesse corde. Il nodo è quello di cercare il senso, l’anelito, la scintilla da cui poi derivano le passioni, le motivazioni, le ragioni del nostro agire. C’è chi lo trova in sé, chi lo trova negli altri, nella natura, in Dio, nell’idea di uomo. Antoine de Saint Exupéry ne scrive come di una sete da risvegliare, un qualcosa che quindi per l’uomo è esigenza, bisogno fondamentale, necessità di sopravvivenza; e che quando riceve soddisfazione dona piacere, un piacere atavico. Sergio Cammariere ne canta come di un punto in mezzo al mare, lontano dalla terra, dalle case e dal porto, un posto dove ricordi e cose note si confondono per dare spazio a una nuova possibilità, a una nuova creazione in cui dare un nome nuovo ai sentimenti.
“Se vuoi costruire una nave non devi chiamare gente che procuri la legna e prepari gli attrezzi necessari, o distribuire compiti e organizzare il lavoro. E non devi raccogliere le persone per dar loro ordini e spiegare ogni dettaglio o dire loro dove trovare qualunque cosa. Prima, invece, risveglia la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà svegliata in loro questa sete, le persone si metteranno subito al lavoro per costruire la nave”. (Antoine de Saint Exupéry)
Dalla pace del mare lontano fino alle verdi e trasparenti onde
dove il silenzio non ha più richiamo e tutto si confonde
Dalle lagune grigie e nere, dal faticare senza riposo
dalla sete alla fame allo spavento al più segreto tormento
Avemmo padri avemmo madri fratelli amici e conoscenti
Ed imparammo a dare un nome nuovo ai nostri sentimenti
E così un giorno a camminare su questa terra sotto a un sole avaro
Per un amore che sembrava dolce e si è scoperto amaro
Ma è solo un’eco nel vento nel vento che mi risponde
Venga la pace dal mare lontano venga il silenzio dalle onde
E in mezzo al mare c’è un punto lontano così lontano dalle case e dal porto
Dove la voce delle cose più care è soltanto un ricordo
Ma da quel punto in poi non si distingue più
La linea d’ombra confonde ricordi e persone nel vento
Avemmo padri avemmo madri …

