Tra verità e risate


Ieri pomeriggio, mentre facevo un po’ di ordine tra il materiale che accumulo durante l’annola verità 4.jpg scolastico, mi sono appuntato su un file due citazioni che oggi pubblico e metto in parallelo (a dir la verità ora ricordo che la seconda è presa dal profilo fb di una collega). La prima è di Zygmunt Bauman, presa da “Il disagio della postmodernità”: “La religione appartiene a quella vasta e imbarazzante schiera di concetti che crediamo di comprendere perfettamente fino al momento in cui qualcuno non ci chiede di darne una definizione”. La questione può essere affrontata da un punto di vista semantico, e anche lì le opinioni sono diverse… Va anche riconosciuto che, nell’epoca contemporanea, il termine ha assunto una caratteristica, per dirla alla Bauman, di “liquidità” che nel passato non aveva. Concetti che un tempo erano delineati e chiari, ora hanno assunto specificità non sempre ben delineate. La questione si complica ulteriormente se si passa dalla religione, tipicamente umana, alla verità; “verità” e non “concetto di verità”. Il secondo è, per forza di cose, anch’esso tipicamente umano; la prima, nell’ambito della ricerca esistenziale ha, a mio avviso, una caratteristica particolare ben descritta da Albert Einstein: “Nel campo di coloro che cercano la verità non esiste alcuna autorità umana. Chiunque tenti di fare il magistrato viene travolto dalle risate degli dei”.

Commenta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.