La dittatura dell’essere


Oggi ho voglia di solleticare il pensiero, cercare di ragionare sul perché in seconda stiamo parlando di senso critico, di drizzare le antenne, di porci in maniera attenta davanti alla realtà… E’ un brano che può interessare anche le quinte in riferimento alla globalizzazione e a taluni fenomeni di massa che a volte si palesano. La fonte? “1984” di George Orwell. Faccio notare che il libro è stato scritto nel 1949! Quanto risente del recente passato bellico? Quanto riesce a intravedere del lontano futuro?

1984_2_george_orwell.jpg“O’Brien accennò un sorriso. «Tu sei una falla nel nostro disegno, Winston. Sei una macchia che dev’essere cancellata. Non ti ho detto forse, appena un minuto fa, che noi siamo del tutto diversi dai persecutori del passato? A noi non basta l’obbedienza negativa, né la più abietta delle sottomissioni. Allorché tu ti arrenderai a noi, da ultimo, sarà di tua spontanea volontà. Noi non distruggiamo l’eretico perché ci resiste: fino a che ci resiste, ci guardiamo bene dal distruggerlo. Noi lo convertiamo, ci impossessiamo dei suoi pensieri interni, gli diamo una forma del tutto nuova. Polverizziamo in lui ogni male e ogni illusione. Lo riportiamo al nostro fianco non solo apparentemente, ma nel senso più profondo e genuino, nel cuore e nell’anima. Ne facciamo uno dei nostri, prima di ucciderlo. È intollerabile, per noi, che anche un solo pensiero partecipe dell’errore possa esistere in qualche parte del mondo, pur se nascosto e innocuo. Anche nello stesso istante della morte non possiamo consentire alcuna deviazione. Nel passato, l’eretico marciava verso il rogo restando eretico, proclamando alta la sua eresia ed esultando in essa. E persino la vittima dei repulisti russi poteva recare il germe della rivolta, e anzi la rivolta stessa, chiusa nel cranio, mentre s’incamminava al luogo dove l’avrebbero fucilato. Noi invece rendiamo perfetto il cervello, prima di farlo saltare. Il comandamento dei vecchi regimi dispotici era: Tu non devi. Il comandamento di quelli totalitaristi era: Tu devi. Il nostro comandamento è: Tu sei. Nessuno tra coloro che portiamo qui ha mai fatto prova di resisterci. Ognuno viene completamente mondato e purgato. Persino quei tre miserabili traditori nella cui innocenza tu hai creduto una volta – Jones, Aaronson e Rutherford – dovettero cedere, infine. Presi parte io stesso ai loro interrogatori. Sono stato io stesso testimone del loro graduale logorio, delle loro lamentele, delle loro invocazioni, dei loro gemiti, dei loro pianti disperati e miserevoli… In fine non ci fu più dolore, né paura, ma soltanto pentimento. Quando avemmo definitivamente terminato con loro, non rimaneva di loro che il guscio. Non c’era, in loro, che doloroso pentimento per quel che avevano fatto e amore per il Gran Fratello. Era davvero commovente vedere quanto l’amavano. Chiesero essi stessi di esser fucilati al più presto possibile, per fare in modo che le loro menti si mantenessero immacolate.»”

One Reply to “”

  1. la tua lezione di religione online è molto bella, come sempre: con comunicatività diretta colpisce al bersaglio e spero faccia pensare.parliamo di quel regime totalitario che Orwell ha sintetizzato nella formula straordinaria che citi: “Il comandamento dei vecchi regimi dispotici era: Tu non devi. Il comandamento di quelli totalitaristi era: Tu devi. Il nostro comandamento è: Tu sei”.questa frase ricorda peraltro da vicino l’aforisma di Nietsche: Diventa quel che sei.però questo lavaggio profondo del cervello, che trasforma i vecchi sudditi in sostenitori convinti ed entusiasti, non ha più bisogno di essere realizzato con le torture che ha immaginato Orwell: oggi bastano i media, e oltre il grande fratello delle televisione ci sta pronta l’internet di massa con la sua globalizzazione dei cervelli…

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