Davide Mazzanti è l’allenatore della Nazionale italiana femminile di pallavolo. Qualche giorno fa, durante il ricevimento al Quirinale delle due nazionali, maschile e femminile, campionesse d’Europa, ha tenuto un breve discorso (2 minuti), a mio avviso molto significativo. Nella premessa afferma che lo sport sia spesso metafora della vita o di alcune fasi dell’esistenza. E poi fa una considerazione su cosa sia realmente lo sport e su come dovrebbero funzionare auspicabilmente le nostre relazioni. Eccone un estratto:
“Oggi celebriamo con convinzione i traguardi dei campioni e delle campionesse. Ma sotto i coriandoli della festa c’è un mondo intero che risale in superficie soltanto quando la palla cade dal lato giusto del campo.
Perché chi perde, invece, è un fallito.
Non è questo lo sport. In una narrativa che è soltanto bianco e nero, lo sport è la tavolozza dei grigi. Dove successo e sconfitta sono figli della stessa identica fatica, passione e desiderio. Dove tanti piccoli passetti in direzione dell’eccellenza possono anche essere distrutti in un istante, ad opera della sfortuna o del caso.
Tutto ciò che accade in un rettangolo di gioco, in una piscina, in una palestra, è imponderabile, è affascinante, è doloroso, è stressante ed è unico. Ed è anche lo specchio di quello che ognuno di noi vive quotidianamente sul lavoro, con gli amici, in amore e nelle proprie comunità.
E in questa grande estate tricolore, se c’è un messaggio che vale davvero la pena condividere è la speranza che le medaglie e i successi ci aiutino a creare un mondo in cui la gratitudine e il rispetto non svaniscano, al di là del lato dove cadrà l’ultima palla.”
Applichiamolo ovunque: politica, relazioni, lavoro, scuola, associazioni, sociale, famiglia… Ne troveremo giovamento.