Cina, anno della scimmia


china censorAnno 2016, Cina: “Sul piano dell’economia e della finanza, sono stati sostituiti numerosi responsabili e è stata sospesa la pubblicazione di dati «sfavorevoli agli interessi del Paese», rendendo per gli analisti anche più difficile determinare l’andamento reale dell’economia cinese. Al riguardo Anne Stevenson-Yang, cofondatrice di ‘J Capital Research’, ha osservato che in Cina «le statistiche scompaiono quando diventano negative». Le ha fatto eco Leland R. Miller, presidente di China Beige Book International, per il quale è certo che «continueremo ad assistere alla repressione di chi racconta storie diverse da quelle che il governo vuole ascoltare». La stretta in questi ultimi mesi è stata evidente anche in altri settori. Dai librai scomparsi ad Hong Kong ed accusati di aver fatto illegalmente circolare in Cina testi ufficialmente proibiti, agli avvocati arrestati e per cui l’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Zeid Ra’ad Al Hussein, ha manifestato «viva preoccupazione». Il giro di vite si è poi esteso anche ai media. Da anni l’attenzione del governo sull’informazione è massima. A differenza del resto della popolazione mondiale, i cinesi non possono usufruire di Google, Facebook e Twitter, ed ora a partire da marzo i media stranieri non potranno più pubblicare materiale online che non sia stato previamente autorizzato dal governo di Pechino. Le misure, che mirano a «promuovere valori centrali del socialismo», colpiranno le attività di giganti dell’informazione, fra cui le americane Amazon, Microsoft e Apple. Infine, c’è chi ricorda che tutta questa attività di ferreo controllo si traduce spesso in purghe e punizioni di responsabili e funzionari tanto da «far assomigliare la Pechino dell’inverno 2016 alla Mosca dell’inverno 1936». A quanto emerge da dati raccolti da ChinaFile, una base dati della ong americana Asia Society, le persone colpite da severe misure sono raddoppiate nell’ultimo anno raggiungendo il numero di 1.496. Di queste, comunque, solo 151 sono considerate ‘tigers’, un termine coniato dal presidente Xi che caratterizza gli alti funzionari macchiatisi di imperdonabili errori.”
(Parte finale dell’articolo “Una politica di grande potenza” di Maurizio Salvi, pubblicato su Rocca del 15 marzo).

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