Gemma n° 2226

“Quest’anno ho riflettuto parecchio su cosa avrei potuto portare come gemma, non perché non avevo delle cose da portare bensì perché le cose che avrei voluto portare erano davvero molte.
Così ho scelto un oggetto che potesse racchiudere in qualche modo tante piccole gemme che hanno contribuito a riempire quest’anno con tante emozioni ed esperienze.
Quindi ho portato una macchina fotografica analogica e anche alcune foto che ho scattato durante momenti di grande spensieratezza e felicità.
Questa analogica in particolare è la terza che utilizzo; la prima l’avevo comprata insieme alle mie amiche durante un viaggetto che avevamo fatto insieme a Trieste ad aprile, infatti è piena di foto che abbiamo scattato durante quella giornata. La seconda comprendeva principalmente foto che ho scattato durante le mie vacanze in Grecia e alcune foto scattate a Londra. Nella terza (ovvero questa), che non ho ancora terminato, ci sono altre foto di Londra, un paio di foto fatte ad alcuni concerti a cui sono andata quest’estate ma soprattutto tante foto delle mie amiche.
Ho scelto di portare la macchina fotografica non perché sia la mia più grande passione, bensì perché a me piace davvero molto scattare foto a luoghi e a persone che amo, di cui vorrei ricordarmi per sempre, infatti anche la galleria del mio telefono è davvero piena di foto.
Le mie foto non devono necessariamente avere un significato profondo, semplicemente rappresentano ciò che io considero bello.
Molte foto mi ricordano del luoghi, ricollegabili a delle avventure che ho vissuto; altre ritraggono le amiche, una delle cose che amo di più fotografare, soprattutto mentre fanno cose semplici e spontanee; secondo me le mie amiche sono davvero davvero belle, non solo esteticamente, loro hanno qualcosa che le fa splendere in tutto ciò che fanno.
Faccio tante foto durante delle belle esperienze memorabili, così che anche nei momenti di tristezza, nei quali la mia mente non riesce a spostarsi dai pensieri negativi, io possa riguardare le mie foto ed ecco che subito ritorna un grande sorriso: mi basta semplicemente guardare una foto scattata in un momento pieno di serenità per stare un po’ meglio.
C’è una frase di una delle mie canzoni preferite dei The Cure, ovvero Pictures of You, che dice “I’ve been looking so long at these pictures of you that I almost believe that they’re real; I’ve been living so long with my pictures of you that I  almost believe that the pictures are all I can feel” (ovvero “ho guardato così a lungo queste tue foto che quasi credo che siano reali; ho vissuto così a lungo con le mie foto di te che quasi credo che le immagini siano tutto ciò che posso sentire”); diciamo che per me le foto sono appunto un modo per rivivere i ricordi e farmi tornare “a quei momenti lì”, intrisi di serenità.
Inoltre scattare foto alle persone è uno dei miei modi per dimostrare affetto, è per questo che cerco, nella quotidianità, di “cogliere l’attimo” e scattare qualche foto durante dei momenti spontanei: secondo me infatti le foto più belle sono fatti negli attimi più inaspettati.
Per me fare foto è sia una “dimostrazione di amore” verso persone, cose o luoghi che sto fotografando, sia un mezzo per non dimenticarmi mai delle esperienze vissute, così da ricordarmene sempre; mi trasmettono speranza e allegria, sono un modo per ricordarmi che nonostante i momenti brutti, durante i quali magari è difficile trovare un motivo per continuare ad andare avanti, ci sono anche molti momenti pieni di felicità, che mi permettono di andare avanti nella speranza di vivere ancora tanti momenti come quelli” (S. classe terza).

Gemma n° 2225

“Come gemma ho deciso di portare quella che all’apparenza potrebbe sembrare una semplice maglietta verde rovinata da segni di pennarello indelebile, una canzone e un video di quest’estate.
Questa maglietta non è così semplice; si tratta, in realtà, di un bellissimo ricordo che conservo gelosamente da questa estate. Come ogni anno, partecipo ad un centro estivo: il grest di Tarcento. Qui ho vissuto importanti esperienze, sono cresciuta e ho imparato molto. Quest’anno sono riuscita a vivere appieno l’estate, cosa che non sono mai stata in grado di apprezzare nemmeno durante la mia infanzia. Questa maglietta porta con sé l’odore delle calde giornate estive passate sotto al sole, senza cellulare e circondata da persone diverse e meravigliose, le quali mi hanno lasciato (ognuna a modo suo) qualcosa di importante: ricordi. Questa maglietta mi ha accompagnato per tutto il mese di luglio e mi ha permesso di conoscere un lato di me stessa di cui non ero a conoscenza, un lato attivo ed estroverso, pieno di sicurezza e voglia di vivere, voglia di sperimentare cose nuove e senza alcuna paura o ansia. Ho iniziato questo percorso con molti dubbi e tante incertezze, e ne sono uscita profondamente cambiata, mi sono sentita libera e fiera di ciò che sono riuscita a costruire in un solo mese, il mese di luglio. Sono molte le date a cui continuo a pensare sperando di poterle così assaporare ancora un’ultima volta. È stata l’estate migliore di tutta la mia vita, e non sto esagerando. Questa maglietta mi ricorda di tanti bambini e tanti cari amici che, in occasione dell’ultima giornata hanno firmato questa maglietta riempiendola di dediche e tanto tantissimo affetto.
Ho deciso anche di portare una canzone, la quale rappresenta un importante pezzo della mia estate, il mese di agosto, passato con la mia famiglia e in compagnia di cari amici: Buon viaggio (Share the love di Cesare Cremonini” (C. classe terza).

Gemma n° 2224

“Ho deciso di portare come gemma il libro Io uccido di Giorgio Faletti. Ho letto questo libro l’anno scorso e mi ha davvero colpita. Nonostante il titolo sia così forte, mi ha in realtà colpita in senso positivo. La storia verte sull’avvenimento di alcuni omicidi ambientati a Montecarlo, e quindi della psicologia dietro l’assassino e tutti gli altri aspetti legati alle indagini. Quello su cui però mi soffermo è che, a parte il fatto di essermi ritrovata travolta e immersa nella storia, mi sono anche rivista dal punto di vista dello scrittore: nello specifico, la visione che lo scrittore ha della singola persona che poi compone la società. Questo aspetto mi ha emozionata nel primo paragrafo del libro, che appunto apre il sipario della storia.
L’uomo è uno e nessuno.
Porta da anni la sua faccia appiccicata alla testa e la sua ombra cucita ai piedi e ancora non è riuscito a capire quale delle due pesa di più. Qualche volta prova l’impulso irrefrenabile di staccarle e appenderle a un chiodo e restare lì, seduto a terra, come un burattino al quale una mano pietosa ha tagliato i fili.
A volte la fatica cancella tutto e non concede la possibilità di capire che l’unico modo valido di seguire la ragione è abbandonarsi a una corsa sfrenata sul cammino della follia. Tutto intorno è un continuo inseguirsi di facce e ombre e voci, persone che non si pongono nemmeno la domanda e accettano passivamente una vita senza risposte per la noia o il dolore del viaggio, accontentandosi di spedire qualche stupida cartolina ogni tanto.

(E. classe terza)

Gemma n° 2223

“Per la mia gemma ho deciso di portare una foto ed una canzone che scatenano in me emozioni opposte tra loro.
La foto, infatti, l’ho scattata quest’estate in un momento in cui ero veramente felice: stavo facendo da capo animatore e capo squadra ad un centro estivo e per la prima volta dopo tanto tempo mi sentivo veramente voluta bene. Adoravo far ridere i bambini, prenderli in braccio e farli giocare. Adoravo sentire loro vocine che mi dicevano “Maestra ti ho fatto un braccialetto!”, “Maestra guarda che bel fiore!”, “Maestra sai che oggi faccio 7 anni?” e poi vederli fare un 5 con le dita. Adoravo sentirmi utile ma soprattutto adoravo non sentirmi sola.
Eppure, nonostante questi ricordi, questa è stata la peggiore estate della mia vita: sono successe varie cose e mi sono sentita abbandonata. Non per forza lo ero ma la mia testa mi convinceva che io non meritassi nulla di buono, che io non mi meritassi di essere ascoltata o che qualcuno potesse volermi davvero bene. Spesso è ancora così.
Mi sono sentita sola anche se magari non lo ero.
Molte persone se ne sono andate dalla mia vita, anche persone con cui avevo pensato mille idee che avremmo dovuto mettere in pratica proprio quest’estate.
Per questo, oltre alla foto, ho scelto di portare la canzone All I Want dei Kodaline.

Per molti questa canzone parla di una storia d’amore finita ma per me parla di un qualsiasi tipo di rapporto che si è concluso per un qualsiasi motivo.
A volte non riesco a fermare i pensieri e la mia mente inizia ad andare a 100km/h senza lasciarmi il tempo di respirare ed è esattamente in quei momenti che mi sento totalmente sola: non trovo infatti la forza o il coraggio di chiedere aiuto, non perché io pensi di essere invincibile ma perché non credo di meritare il tempo di nessuno.
Questa canzone la dedico anche un po’ a me stessa perché un giorno vorrei poter rivedere il mio sorriso senza che nella mia mente compaia il pensiero “Mi merito davvero di star sorridendo? Mi merito davvero di essere felice?”.
Tutto ciò che vorrei è riuscire a ritrovare me stessa e di conseguenza, a non sentirmi più così sola ma, guardando questa foto, ogni tanto mi ricordo che anche io ho qualcosa di buono dentro di me” (S. classe quarta).

Gemma n° 2222

“La gemma che ho deciso di portare è una collana che mi ha regalato mia mamma qualche mese fa. È un ciondolo che abbiamo preso insieme a Venezia in una bancarella e inizialmente era per lei. Io prima usavo un’altra collana con una pietra di quarzo rosa, soltanto che dopo un po’ di tempo si è rotta, così mia mamma ha deciso di darmi la sua. Da quel momento la indosso ogni giorno perché fin dal primo istante mi ci sono affezionata e mi ha portato anche tanta fortuna in certe situazioni. È un ciondolo a forma di cuore fatto con il vetro di Murano e per me ha un valore immenso perché rappresenta l’amore. Per me l’amore è un sentimento molto importante perché senza amore non c’è vita. Può essere l’amore per la propria famiglia, per i propri amici oppure per una persona nuova nella nostra vita. Questa collana rappresenta per me l’amore che non basta mai ed è per questo che voglio portarmela sempre con me ovunque vada” (K. classe terza).

Gemma n° 2221

“Ho pensato molto a che oggetto o fotografia portare quest’anno, ma nessuno mi convinceva completamente, nessuno mi faceva dire “questa è proprio la mia gemma!” Allora come mia ultima gemma del liceo ho deciso di portare la mia classe.
Mi sento enormemente grata di essermi trovata in una classe dove posso essere me stessa senza vergogna e senza sentirmi giudicata, accerchiata da amore e sostegno reciproco.
L’anno scorso è stato uno dei più duri della mia vita e grazie ai miei compagni di classe e alcuni professori sono riuscita a venirne fuori, trovando nella scuola e tra le mura della mia aula un angolo sicuro dove rifugiarmi quando soffrivo.
Mi ritengo fortunata, perché so che non tutti si sentono bene nella classe in cui si trovano e la scuola a quel punto diventa un incubo. Io nel mio cuore porto tutti i miei compagni, dal primo all’ultimo, e mi auguro di avere per sempre questo bel ricordo di loro e degli anni che abbiamo passato insieme. Quando da grande parlerò del liceo, sicuramente la prima cosa che mi verrà in mente sarà il tempo prezioso passato con loro e, da brava sensibilona quale sono, sicuramente mi scenderà una lacrima” (G. classe quinta).

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