Gemma n° 2790

“Quest’anno ho deciso di portare come gemma la casa al mare. Con il passare degli anni mi sono accorta che l’unico luogo che mi ha davvero visto crescere e cambiare è stata proprio lei: la casa al mare. È il posto dove passo tutte le mie estati da quando ero piccola. Ogni volta che arrivo lì mi sento subito a casa, come se il tempo non fosse mai passato. Le giornate sono sempre state piene di giochi insieme ai miei cugini: correvamo sulla sabbia, costruivamo castelli, inventavamo giochi e ridevamo per qualsiasi cosa. Le sere d’estate sono quelle che ricordo meglio. Ogni sera mangiavo un gelato mentre guardavo il mare. Era un momento tranquillo, in cui potevo pensare a tutto o anche a niente.  La casa al mare non è solo una casa: è il luogo che mi ha accompagnata nella crescita e che conserva i miei ricordi più belli. A 17 anni, rimane per me un posto speciale, dove mi sento sempre me stessa” (S. classe quarta).

Gemma n° 2757

Immagine creata con ChatGPT®

“Di solito la scelta della gemma non mi è mai stata difficile ma quest’anno volevo portare qualcosa di veramente caro a me. Ho sempre portato come gemme cose materiali, quest’anno invece non saprei come nominare la mia gemma. Potrei dire che la mia gemma è stata la mia estate 2024, o anche tutto l’anno intero, ma in verità quello che intendo dire è che la mia gemma di quest’anno sono io. Sono io perché sono cresciuta e ho realizzato delle cose che ora sono diventate dei valori fissi nella mia vita.
Per esempio
Quest’estate mi sono lasciata andare, ho esagerato, ho sbagliato, ho perso la pazienza e mi sono arrabbiata. Ma quest’estate ho anche riscoperto l’amore per il mare, l’amore per le risate serali tra amici ma soprattutto l’amore per me stessa.
Quest’estate ho imparato a raccogliere il buono e il cattivo da tutte le cose. Che sia un bel concerto o un brutto litigio ho imparato a masticare le delusioni e a trasformarle in  lezioni di vita senza le quali adesso sarei ancora totalmente persa.
Prima di quest’anno ero una persona molto arrabbiata e chiusa. Arrabbiata con me e con gli altri. Questo mi impediva di essere felice. Invece mese per mese ho imparato a vivere delle piccole cose e questa è stata come una medicina per me. Imparare a notare il canto degli uccellini la domenica mattina o le foglie che poco a poco iniziano a cadere dagli alberi. Anche semplicemente sentire la risata di un bambino, prima mi passava inosservato perché vedevo solo il colore nero intorno a me.
Il modo in cui sono cambiata nell’ultimo anno è stato il cambiamento più radicale della mia vita e nonostante tutti gli errori che ho commesso risbaglierei tutto da capo.
Mi sono guardata dentro per mesi e mesi non comprendendo nulla della mia persona ma alla fine sono riuscita per la prima volta in tutta la mia vita a far uscire parti di me nascoste da sempre.
Potrei dire di essere maturata quest’anno ma mi sento di aver ancora tanta strada da fare. Sì, perché in verità non vedo l’ora di sbagliare ancora, arrabbiarmi, perdermi se serve. Ma soprattutto di sentire i brividi quando i miei piedi toccano la sabbia del mare per la prima volta, di scoprire nuovi posti con le mie amiche e di ricordare il rumore delle nostre risate.
La mia visione del mondo è cambiata radicalmente insieme a quella della mia persona, e a volte mi piace ricordare i momenti di totale spensieratezza insieme ai miei amici e quelli di riflessione in solitudine.
La mia gemma di quest’anno sono io, ma non la me di adesso che é solo risultato dei miei 17 anni di vita. La mia gemma sono le esperienze che mi hanno fatto soffrire ma scoprire la felicità dietro a tutto come se fossi tornata bambina.”
(A. classe quarta).

Gemma n° 2685

“La mia gemma è una fotografia della Croazia, un luogo che mi rappresenta in modo profondo e speciale. Da sempre, è tradizione per me scoprire ogni anno una nuova città croata, un legame che ho instaurato fin da quando ero bambina e che deriva da mio nonno” (M. classe quarta).

Gemma n° 2632

“Ho scelto come gemma il mare di notte perché riesce a suscitare emozioni diverse a chiunque lo osservi. Per me il mare è casa, è divertimento, è malinconia, è dolore, è nonna, è amici, è famiglia ed è solitudine.
Di notte, sotto un cielo stellato, diventa uno specchio di ciò che si ha dentro, capace di accogliere ogni nostro pensiero, ogni ricordo, ogni lacrima.
Il mare contiene ricordi: le risate che riempivano l’aria, gli abbracci che sapevano di casa, e quel senso di appartenenza che solo gli amici sanno dare.
Di notte, quando il chiasso si spegne, il mare diventa anche un luogo di malinconia. Ogni onda sembra riportare a riva un frammento di ciò che è stato, un ricordo che fa sorridere o piangere.
È impossibile guardare il mare di notte senza sentire quel misto di nostalgia e meraviglia, senza ripensare ai momenti che ci hanno segnato e a quelli che avremmo voluto trattenere per sempre.
Eppure, in tutta questa malinconia, il mare riesce a consolare. Il suo movimento costante, le sue onde che vanno e vengono, sembrano dirci che tutto passa, che ogni ferita si chiude, che ogni lacrima lasciata cadere sulla sua superficie diventa parte di qualcosa di più grande. È come se ci dicesse che anche noi, come lui, siamo fatti per andare avanti, per cambiare e trasformarci senza mai perdere la nostra essenza.
Il mare di notte può essere un abbraccio, un luogo che raccoglie i nostri momenti più belli e i nostri dolori più profondi.
È una promessa di possibilità infinite, un invito a lasciarci andare, a fidarsi di quel cammino luminoso che la luna disegna sull’acqua, anche se non so dove ci porterà.
Il mare non è solo un luogo, è una sensazione, un frammento d’eternità che ricorda chi siamo stati e chi possiamo ancora diventare”.
(M. classe quarta)

Gemma n° 2628

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare il mio viaggio a Paestum. Sono stata a Paestum circa una settimana con la scuola. Quest’esperienza mi ha cambiato dal punto di vista umano: mi ha fatto crescere, abituare a nuove situazioni e conoscere meglio delle persone con cui non avevo mai parlato prima. La parte più bella del viaggio sono state le nuove amicizie che ho creato. Grazie a questo viaggio e alle persone che ho incontrato sono riuscita a superare un “periodo no” della mia vita e a tornare a casa con degli insegnamenti in più. Come foto che rappresenti questa bellissima esperienza ho deciso di portare il tramonto del secondo giorno a Paestum: un momento sereno che ho potuto condividere con delle bellissime persone” (A. classe quarta).

Gemma n° 2621

“Come mia ultima gemma di questo percorso scolastico ho deciso di portare un luogo in cui vado ogni estate da quando sono piccola, Bibione Pineda. Ma solo da questa estate è diventato un posto speciale che posso considerare una casa emotiva, alla quale mi legano stupendi ricordi in quanto questa estate ho conosciuto qui una persona che per me è diventata molto speciale e con cui spero di poter passare molto tempo assieme” (M. classe quinta).

Gemma n° 2360

“Come gemma quest’anno ho deciso di portare questa foto, che nella sua semplicità racchiude gran parte della mia estate.
Guardarla infatti mi porta un senso di nostalgia ricordando la calma, la tranquillità e il divertimento che queste giornate ormai passate hanno portato.
Dall’altro lato però mi ricorda di come sia e di come farà sempre parte dei miei ricordi piacevoli quando la mia mente tornerà a pensarci. E mi farà sempre tener presente come alla fine di tutte le “fatiche” c’è sempre la calma, in questo caso rappresenta dall’estate” (P. classe quarta).

Gemma n° 2304

“Ho deciso di portare una foto di Napoli dal mare visto il legame fortissimo che sento con questa città. Mio padre è napoletano ed è stato lui a trasmettermi questo amore incondizionato per Napoli e la sua gente. Ogni volta che ci vado ci lascio il cuore” (R. classe quarta).

Gemma n° 2301

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare una foto che ho anche come sfondo del cellulare. L’ho scattata quest’estate al mare a Lignano con la mia migliore amica, eravamo andate a vedere l’alba come ormai è abitudine. Questa volta però l’esperienza è stata particolarmente emozionante, sia per la sua bellezza, sia per il momento in sé: io e questa mia amica ci eravamo riunite dopo tempo che non ci vedevamo e che ci eravamo anche un po’ allontanate. Abbiamo avuto l’occasione di parlare, riflettere, ascoltare qualche canzone degli One Direction come quando eravamo piccole.
Un altro aspetto fondamentale di questa immagine è il luogo in cui è stata fatta, Lignano. È ormai meta indiscussa di vacanza mia e della mia migliore amica; da quando siamo nate trascorriamo settimane qui, divertendoci ogni giorno sempre di più, è come una seconda casa.
Senza alcun dubbio, non vedo l’ora di rivivere queste emozioni, non mi resta che aspettare le prossime vacanze estive!” (A. classe quarta).

Gemma n° 1995

“Ho portato una foto di Lignano della scorsa estate: da quando ero piccola ci vado ogni estate, quindi è sinonimo di niente preoccupazioni, compiti, studio. Insomma, un posto felice”.

A differenza di G. (classe prima), ho scoperto Lignano da grande, perché le mie estati d’infanzia sono legate a Grado e poi alla montagna. Ma le sensazioni sono le stesse, precise e identiche.

Gemma n° 1980

“Tre settimane fa sono stata a Barcellona: il primo viaggio dopo due anni di pandemia. Prima di questo periodo ero abituata a viaggiare veramente tanto con mia mamma. Ho fatto anche dei viaggi da sola, a studiare inglese in Inghilterra, però la mamma mi ha sempre cresciuta con questa passione; due anni senza salire su un aereo sono stati devastanti. Per Barcellona siamo partite alle 7.00 e abbiamo visto l’alba sul mare; ora, già di mio, quando prendo un aereo piango, beh, lì, l’emozione dell’alba sul mare dall’aereo ha fatto sì che facessi un’ora di viaggio piangendo di felicità. Ho portato quest’esperienza perché mi ha segnato tanto dopo tutto questo tempo. La seconda foto è di Barcellona: sono stata veramente bene dopo tanto tempo. Viaggiare è sempre stato uno staccarsi dalla vita di tutti i giorni. Insomma, ero al settimo cielo”.

Ne ho viste di albe, in attesa di Mariasole le ho fotografate ogni giorno per mesi. Concordo con E. (classe quinta): quelle sul mare hanno un sapore speciale, è come se fossero doppie grazie al riflesso del sole sull’acqua. Uno degli aspetti affascinanti di quel momento è che quella luce, quel calore, quei colori arrivano dalla notte, dal buio. E ciò ce li fa gustare in modo particolare. Un’alba a mezzogiorno non avrebbe lo stesso sapore.

Gemma n° 1978

Non ho nascosto i volti delle persone in quanto la foto è pubblicata con “privacy pubblica” sulla pagina aperta del DUM su Facebook

“Questa foto della scorsa estate rappresenta le due settimane che ho passato come volontario dell’Associazione Dinsi Une Man, un’associazione che aiuta le persone disabili che normalmente non avrebbero l’occasione di andare a fare due settimane di vacanza e che così invece riescono ad andare in spiaggia. Qui eravamo a Lignano. E’ stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita; avevo già fatto una specie di prova di 3 giorni due o tre anni fa, ma fare il passo di diventare un volontario a tutti gli effetti significa prendersi cura di una persona. Ho avuto la gioia di prendermi cura di due persone. All’inizio il pensiero è stato “Due persone sotto la mia cura? Riesco a prendermi a malapena cura di me stesso!”. Poi, più i giorni sono andati avanti, più mi sono sentito a mio agio, anche grazie agli altri volontari che mi hanno sostenuto e dato una mano. Alla fine mi ha gratificato anche che mi abbiano fatto i complimenti per come mi ero comportato nel mio primo anno. Sono state due settimane passate tra momenti seri e momenti di demenza assoluta, due settimane divertenti e di vera felicità che consiglio a tutti (VENITE AL DUM! Abbiamo bisogno di volontari).

Commento la gemma di E. (classe quarta) con un consiglio d’ascolto, un podcast che suggerisco di ascoltare. Si tratta di Le vite degli altri (qui su Spotify), 10 episodi condotti da Alessandro Banfi (20 minuti a puntata circa). Racconta storie di chi dedica il proprio impegno e il proprio tempo agli altri. Da Mattia Villardita, il giovane che veste i panni di Spiderman per i bambini malati di cancro ad Anna Fiscale, la giovane di Verona che lavora con le rimanenze dei grandi marchi della moda. Da Nicoletta Cosentino, donna di Palermo che chiama a riscossa le Cuoche combattenti a Rosalba Rotondo, Preside della scuola di Scampia. Storie che sono esempi di virtù civile e di solidarietà sociale: uomini e donne premiati dal Capo dello Stato Mattarella per l’impegno a favore degli altri. Diceva Italo Calvino che ci sono due modi per sopravvivere all’inferno. Prenderne parte oppure raccontare ciò che inferno non è. Questa serie vuole descrivere, attraverso storie di vita vissuta, la possibilità di bene che è in ognuno di noi. Ai suoi interlocutori Banfi pone sempre una domanda, uguale per tutti: “Fare del bene aiuta anche, egoisticamente, a diventare persone migliori? Fa bene anche a noi stessi?”. Puntualmente la risposta è sì: fare bene agli altri fa stare meglio anche noi, fa vivere meglio anche noi. L’amore condiviso fa crescere l’amore.

Gemma n° 1937

“Ho portato questa stella marina: un’estate fa sono andata al mare con un’amica e il tempo passato insieme è stato bellissimo. In quell’occasione abbiamo trovato questa stella e ogni volta che la vedo penso alla mia amica e alle belle vacanze che abbiamo passato insieme”.

Fortunatamente ho ritrovato in rete una storiella che avevo letto almeno 30 anni fa, utile a commentare la gemma di G. (classe prima).
“Un uomo d’affari in vacanza stava camminando lungo una spiaggia quando vide un ragazzino. Lungo la riva c’erano molte stelle di mare che erano state portate lì dalle onde e sarebbero certamente morte prima del ritorno dell’alta marea. Il ragazzo camminava lentamente lungo la spiaggia e ogni tanto si abbassava per prendere e rigettare nell’oceano una stella marina.
L’uomo d’affari, sperando d’impartire al ragazzo una lezione di buon senso, si avvicinò a lui e disse, “Ho osservato ciò che fai, figliolo. Tu hai un buon cuore, e so che hai buone intenzioni, ma ti rendi conto di quante spiagge ci sono qui intorno e di quante stelle di mare muoiono su ogni riva ogni giorno? Certamente, un ragazzo tanto laborioso e generoso come te potrebbe trovare qualcosa di meglio da fare con il suo tempo. Pensi veramente che ciò che stai facendo riuscirà a fare la differenza?”
Il ragazzo alzò gli occhi verso quell’uomo, e poi li posò su una stella di mare che si trovava ai suoi piedi. Raccolse la stella marina, e mentre la rigettava gentilmente nell’oceano, disse: “Fa la differenza per questa.””

Gemma n° 1892

“L’8 luglio mi stavo facendo la doccia e stavo ascoltando Ariete. Mi hanno colpito le parole Mi parli dei drammi a casa e di tuo padre che vuole scappare, mi dici che hai paura e che non sai quanto può continuare. Essere giovani fa schifo e non poter decidere fa tanto male, essere giovani non fa per me, non fa per me. Mi è venuto da pensare a quello che ho passato e ho realizzato che a quel punto lì, dopo tanto tempo, ero finalmente felice, serena. In salotto c’erano due mie amiche, eravamo insieme a Lignano: io sono arrivata piangendo e ho detto Ragazze, venite qua: Ariete ha detto una cosa… e volevo dirvi grazie perché senza di voi non ce l’avrei mai fatta e se sono qui adesso e se sono felice adesso è grazie a voi che siete sempre state con me a supportarmi in qualsiasi momento. Lì è partito un abbraccio di gruppo e un piantino. Questa data quindi è molto importante perché ho realizzato di essere felice dopo tanto e mi ricorda che, anche se dopo ho avuto altri periodi difficili, so che posso tornare ad essere felice, che c’è speranza”.

A. (classe quinta) ha portato una data come gemma. Ora, mentre scrivo, mi sono focalizzato sulle sue ultime parole e ho sentito arrivare da lontano, dal 2001, una canzone che ho molto ascoltato e che mi porta ad una spiaggia, ad una calda ma non torrida luce del tramonto di fine giugno (giornate lunghissime), ad una brezza sulla pelle e tra i capelli, ad uno sguardo fisso sulle onde… le vent nous portera

Gemma n° 1849

“Ho portato questa foto di un tramonto: l’ho scattata alla fine di agosto. Ricordo una bellissima giornata passata con i miei amici a Lignano, senza mai usare il telefono, in pieno relax e senza pensare a nulla. Fare foto ai tramonti mi piace molto, mi rilassa per i colori. Ho infatti scattato la seconda foto da casa mia: viola, violetto chiaro, rosa…”

Anche io, come S. (classe quarta), amo fotografare i tramonti. E pure le albe. Sicuramente per i colori, soprattutto in inverno, ma anche per il silenzio (l’alba in particolare). E anche per un altro motivo: sono momenti che, pur tentando di fare miei attraverso la macchina fotografica, non posso pretendere di possedere in quanto appartengono a tutti. E il bello è che domani ci saranno di nuovo.

Gemma n° 1836

“Ho scelto di portare una foto e una frase di Wherever I go, una canzonedegli One Republic: Mi sento vivo quando sono vicino alla follia. Ho legato le due perché amo fare escursioni in mare in modo da fotografare tutte le specie di alghe e pesci. Se mi levassero questa possibilità non sarei felice come lo sono ora. Quando faccio queste escursioni, per riuscire a fare quello che voglio mi spingo tanto oltre, mi piace fare cose spericolate per raggiungere il mio obiettivo”.

Il collage di foto l’ha proposto E. (classe prima). In Alice nel paese delle meraviglie c’è un brevissimo dialogo tra la protagonista e il gatto:
“Ma io non voglio andare in mezzo ai matti” protestò Alice.
“Oh, non puoi evitarlo” disse il gatto “Qui tutti sono matti. Io sono matto. Tu sei matta”.

Credo che tutti andiamo alla ricerca di quel qualcosa che ci renda felici, come per E. l’esplorazione marina, e quando lo troviamo dichiariamo pure la follia: “Uh! ‘sta cosa mi fa impazzire” o “Divento matto!”. E facciamo effettivamente follie per mantenere quella felicità a lungo o per riviverla appena possibile (però mi raccomando, E., occhi a spingerti oltre… che quel tanto oltre non diventi troppo oltre…).

Gemma n° 1822

“Ho portato il mio boccaglio, ce l’ho da molto e sono sicuro che lo userò ancora per tantissimi anni perché sarà importante per le mie future avventure”.

Questa è stata la gemma lampo di R. (classe quarta). Approfitto del tema al centro della sua gemma  per citare una frase di Mark Twain che vuole anche essere un augurio per quello che potrebbe attendere R. nei prossimi mesi: “Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avrete fatto, che per quelle che avrete fatto. Quindi levate l’ancora, allontanatevi dal porto sicuro, prendete i venti con le vostre vele. Esplorate, sognate, scoprite!”.

Gemma n° 1753

“Mi ha colpita questo video perché quest’isola di plastica, situata nell’oceano Pacifico, è grande quanto la Francia. Questo mi fa riflettere su quanto l’uomo abbia inquinato e distrutto l’ambiente marino. Mi fa pensare anche che i pesci che passano lungo questa isola siano alla fine anche i pesci che ci ritroviamo a tavola quindi l’uomo oltre che fare del male all’ambiente sottomarino, fa del male anche a se stesso. La contaminazione e l’avvelenamento del mare che ricopre la maggior parte della nostra superficie terrestre stanno causando conseguenze disastrose come lo sviluppo di nuove sostanze nocive per l’essere umano, la perdita di tantissime specie marine, il soffocamento della vita. Il contatto con materiali molto pericolosi causa problemi alla loro salute”.

Con queste parole B. (classe terza) ha commentato il video da lei proposto. Commento questa gemma con le parole del prof. Paolo Rognini, dell’Università di Pisa: “Se non aggiorneremo il software delle nostre false convinzioni come “l’inesauribilità delle risorse”, “l’espansione illimitata della specie” o il “vorace accaparramento di risorse”, la specie umana potrebbe rischiare l’auto-estinzione: un fenomeno che si rivelerebbe unico nella storia delle specie viventi, riducendoci a un semplice esperimento evolutivo”.

Amu, mare

La settimana scorsa ho scattato questa foto a Mariasole. Stava correndo in leggera salita. Ieri, guardando la foto, la nonna le ha chiesto “Cosa c’è laggiù?” indicando l’orizzonte, e lei ha risposto “Amu”, il suo modo di dire “Mare”. Ma quando correva Mariasole non lo sapeva, non sapeva che dopo la salita e oltre la balaustra ci sarebbe stato qualcosa di bellissimo e che lei ama tanto. E lo sguardo meravigliato di un bimbo quando viene sorpreso dall’inaspettato, dall’inatteso, dal sorprendente, dal bello, è qualcosa di unico perché è senza filtri, senza finzioni, senza freni: è gioia pura. Ed è contagioso! Perché ne vieni colpito anche tu che hai la fortuna di incrociare quello sguardo. A volte capita di vederlo anche a scuola, anche se molto più raramente. E’ l’espressione che ha in faccia chi dopo la salita, dopo aver superato le varie balaustre, ha colto con lo sguardo il mare, l’orizzonte. Compito mio da insegnante è mostrare le strade, accompagnare, motivare, dare l’idea, smuovere al movimento, far intuire una goccia del mare e poi, perché no?, fare come Sara in questa seconda foto: correre dietro a Mariasole perché non si fiondi in mari troppo pericolosi per lei 😉

Gemme n° 310

Ho scelto questo video perché è la mia serie preferita e perché mi piacerebbe fare chirurgo e questa è una delle scene più belle”. Questa è stata la gemma di S. (classe terza).
Nel giro di brevissimo tempo due gemme sono state centrate sul “da grande vorrei…”. Trovo adorabile vedere sognare i miei studenti, appassionarsi ad una professione e poi darsi da fare per alimentare quel progetto: “I sogni sono come le conchiglie che il mare ha depositato sulla riva. Bisogna raccoglierle e ascoltare la loro voce” (Romano Battaglia).