“Io ho deciso di portare l’animazione, in particolare quella dei più piccoli. Io infatti faccio l’animatrice, sia al centro estivo che durante l’inverno. L’ho trovo un modo per stare a contatto con le persone, in particolare i bambini. Amo i bambini perché sono sinceri, non perdono tempo con persone che non sopportano e ti dicono tutto ciò che gli passa per la mente. Inoltre sono spensierati e con loro puoi fare discorsi che con gli adulti non faresti, come ad esempio “Qual è il tuo terzo colore preferito?”. Questa attività mi ha insegnato l’importanza della fantasia, costretta a uscire dalla mia zona di comfort, a risolvere i piccoli litigi e a riscoprire la bellezza del gioco. Questa è la mia gemma perché mi ricorda di non smettere mai di guardare il mondo con meraviglia” (G. classe prima).
“Quest’anno come gemma ho deciso di portare la mia passione più grande che mi accompagna dall’età di 9 anni: lo scoutismo. Lo scoutismo a molti potrebbe sembrare un’attività banale, una perdita di tempo e che come attività vendiamo solo biscotti…. ma per me non è così. Per me lo scoutismo è il mio mondo, il mio posto felice: la mia vita è incentrata sull’aspettare sabato per quelle 3 ore di serenità perché quando sono a scout posso essere veramente me stessa sapendo di non dovermi nascondere dietro maschere sociali. Senza lo scoutismo non sarei io. Quest’attività mi ha letteralmente salvata perché è stata la luce in fondo a un buio tunnel perché non stavo passando un bel periodo: mi ero trasferita da poco a Udine e non avevo amici veri dato che alle elementari mi prendevano in giro a causa del mio aspetto fisico… Finché un giorno il mio vicino di casa, della mia stessa età, mi propone di provare scout (attività che non avevo mai sentito prima) all’Udine 1 insieme a lui. All’inizio io non volevo nemmeno andarci perché avevo paura che mi avrebbero criticata anche là, però dopo innumerevoli sforzi mia mamma mi aveva convinto. Fortunatamente ha insistito tanto: là ho trovato persone leali, gentili, disponibili, disposte ad aiutare il prossimo, pensare prima agli altri che a se stesse (… i valori dello scoutismo). Insomma, avevo trovato la mia gente… Insieme a loro sono cresciuta molto e soprattutto sono diventata così tanto responsabile che sono diventata capo. Amo così tanto lo scoutismo che gli ho dedicato tutta la tesina di terza media. Sono contenta che ne faccio ancora parte perché ho ancora al mio fianco persone che so che non mi tradiranno mai. Lì ho conosciuto il mio migliore amico, che è tutto per me, e da un anno è entrata anche la mia migliore amica (che conoscevo già prima) che è letteralmente una sorella per me. Poi, grazie ad alcune attività e uscite di zona, ho conosciuto gente di tutta Udine e dintorni con cui ancora mi sento. Sono sicura di pochissime cose nella mia vita, ma sono certa che qualunque cosa accada io continuerò a fare scout e trasmetterò questa passione anche a mio fratello e un giorno anche ai miei figli, andando avanti per molte generazioni e andrò fiera che tutto ciò sia iniziato da me”. (M. classe prima).
“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare la mia esperienza da animatrice. Sono già 2 estati che faccio l’animatrice nell’oratorio del mio paesino. Sono molto grata a questa esperienza perché mi ha fatto conoscere tante nuove persone, ma soprattutto mi ha fatto crescere molto come persona. I bambini, anche se non sembra, hanno molto da dare anche ai più grandi. I bambini mi hanno insegnato ad apprezzare le cose più semplici come un abbraccio la mattina o anche, banalmente un buongiorno” (A. classe terza).
“Quest’anno ero veramente indecisa sulla gemma da portare perché l’anno scorso per me è stato una giostra di emozioni. Per quanto riguarda l’anno scolastico è stato probabilmente il peggiore: avevo totalmente perso me stessa, non mi riconoscevo più, mi ero totalmente dissociata da tutto e da tutti, mi sono autodistrutta; ho vissuto quello che definisco il periodo più buio della mia vita, durante il quale mi sembrava impossibile riuscire a vedere la luce. Mi trascinavo da sola sempre più in fondo, dilaniandomi sempre di più. E poi è arrivata l’estate, la mia salvezza. Quei tre mesi mi hanno guarita ed ora sono riuscita a stare meglio, cosa che un anno fa sembrava impossibile. È proprio per questo che come gemma ho deciso di portare la mia estate 2023, che per me è stato un momento di enorme crescita. Finita la scuola ero veramente sfinita e non vedevo l’ora di potermi finalmente riposare. Ma mia madre, che non sopporta vedermi a casa senza fare nulla, mi ha spinta a fare un’esperienza di volontariato per un paio di settimane. Inizialmente non ero molto felice di ciò, non perché non volessi fare un’esperienza del genere, ma perché ero veramente sfinita. Ho deciso comunque di fare quest’esperienza presso un centro diurno per persone ipovedenti. Durante quelle settimane aiutavo gli altri volontari a riordinare e a pulire e ad organizzare le attività da svolgere con i frequentatori del centro, che erano sia ragazzi che persone più anziane. Una volta terminata ho capito veramente quanto quest’esperienza mi abbia permesso di crescere; sono venuta a contatto con una realtà che prima conoscevo molto poco, e ho capito che ci sono 1000 modi per vedere il mondo e la vista è solo uno di questi. Poi a inizio luglio sono andata come ogni anno dieci giorni in vacanza con i miei genitori: inizialmente avevamo optato per il Portogallo ma poi abbiamo dovuto ripiegare sulla Croazia a causa di alcuni problemi di salute in famiglia; io non ero molto contenta di ciò, poiché non volevo andare al mare. Io ho sempre amato il mare e l’acqua, ma da un po’ di anni non riesco più a viverlo serenamente. In più non mi entusiasmava l’idea di fare una vacanza con i miei perché le ultime non sono andate molto bene, infatti litigavamo e basta. E invece questa vacanza si è rivelata una piacevole sorpresa: dopo anni sono riuscita a godermela per bene, senza discussioni e litigate: erano anni che non vivevo una vacanza così serena. Quando siamo tornati si è aggiunto un nuovo componente alla nostra famiglia. Sono cresciuta con un cane, un piccolo maltese che avevo chiamato Milkie, a cui ero immensamente legata; purtroppo lo scorso novembre è mancato a causa di un tumore e sicuramente questo non mi ha fatto stare meglio, anzi. Mia madre aveva giurato che dopo di lui non avrebbe preso più un cane, ma solo dopo la sua scomparsa ci siamo accorti di quanto la sua presenza era diventata fondamentale nelle nostre vite. È per questo che abbiamo deciso di prendere un’altra maltesina, che abbiamo chiamato Luna: ci ha conquistati fin da subito; non pensavo che dopo Milkie sarei riuscita a legarmi ad un altro cane, ma mi sbagliavo: ad oggi infatti Luna è diventata fondamentale, riesce a strapparmi dei sorrisi ogni giorno, non so come farei senza di lei. Dopo qualche giorno ho vissuto una piccola esperienza insieme alle mie amiche. Durante la primavera avevo visto che a Villa Manin a luglio ci sarebbe stato un piccolo concerto di una band a cui sono molto legata. La band in questione è l’Officina della Camomilla: ho iniziato ad ascoltarli a caso qualche anno fa e mi hanno conquistata fin da subito con le loro canzoni allegre e molto particolari. Questo concerto era decisamente inaspettato, poiché la band si era sciolta molto tempo fa; ma negli ultimi mesi una delle loro canzoni intitolata Un Fiore per Coltello, che tra l’altro è una delle canzoni a cui sono più affezionata in assoluto, è diventata virale e quindi hanno deciso di tornare insieme e di fare dei piccoli live: appena avevo letto la notizia ero al settimo cielo, dovevo assolutamente andarci. Non conoscevo però nessuno che li ascoltasse e non sapevo con chi andare. Alla fine ho “obbligato” le mie amiche ad accompagnarmi ed è stata una serata magica: si respirava un’atmosfera abbastanza intima, infatti non erano presenti moltissime persone, ma è stato magico: eravamo all’aperto, sotto la luce dorata del tramonto, cantando canzoni suonate con la chitarra e altri strumenti molto strani. Sicuramente mi sono divertita molto più delle mie amiche ma alla fine anche loro sono rimaste contente dell’esperienza: in fondo i concerti sono sempre speciali, anche se non si conosce l’artista. Inoltre ero veramente grata perché nonostante loro non ascoltassero la band, hanno deciso di venire lo stesso con me per farmi felice. Una volta tornata sono subito ripartita per passare dei giorni a Lignano con le mie amiche per il compleanno di R. Come l’anno scorso, sono stati dei giorni fantastici, eravamo un gruppo veramente unito. Se la me di quel periodo avesse saputo che quella sarebbe stata la nostra ultima vacanza insieme probabilmente non ci avrebbe mai creduto; ora, nonostante non siamo più unite come prima, però mi piace riguardare a quei momenti con molta felicità e anche un po’ di nostalgia. Poi il 22 luglio è giunto un momento che ho aspettato per anni e anni. Era infatti il giorno del concerto di Harry Styles, a Reggio Emilia, il suo ultimo concerto del Love On Tour. Mi aspettava un lungo viaggio, il viaggio della speranza, iniziato su un treno alle 6 di mattina insieme ad un mio amico; durante questo viaggio è successa anche una cosa abbastanza divertente (anche se un quel momento non era proprio così divertente, anzi): una volta arrivati a Bologna saremmo dovuti salire su un treno per Reggio Emilia e invece siamo saliti su quello per Reggio Calabria; per fortuna ce ne siamo accorti qualche secondo prima che partisse e siamo subito scesi. Siamo corsi a prendere il treno giusto e non appena sono salita ho percepito subito una bella atmosfera: era pieno di persone provenienti da ogni dove, che indossavano vestiti colorati e stravaganti, avevano boa di piume ed erano piene di brillantini. Anche appena scesi dal treno ho visto una marea di colori e piume: era magico. Dopo una lunga attesa trascorsa sotto il sole cocente e sotto la forte grandine improvvisa, parlando e cantando insieme a gente sconosciuta, la band che apriva lo show è salita sul palco: stava iniziando a diventare tutto reale. E poi le luci e la musica si sono spente, a farci luce c’erano solo le stelle e una splendida luna ed eccolo lì, non riuscivo a crederci: sono subito scoppiata a piangere. Non ho mai trovato le parole adatte per descrivere l’affetto che provo verso Harry: è una costante nella mia vita da anni: non importa se sono triste, felice, affranta, serena, io trovo sempre conforto nelle sue parole. Mi ha sempre fatta sentire a casa. Mi sono sentita serena, in pace, come se fossi parte di una grande famiglia, nonostante fossi in mezzo a più di 100 000 persone. 100 000 persone che erano lì per il mio stesso motivo: vedere quella persona che per tutti noi è così importante. Non mi sono mai sentita così bene come quel giorno: per due ore quella sera mi sono dimenticata tutti i problemi, tutte le preoccupazioni e ho cantato, pianto, ballato, come non mai (soprattutto pianto). Ha anche fatto un meraviglioso discorso tutto in italiano, dolci parole che porterò sempre con me. Non scorderò mai la spensieratezza di quella giornata… quanto vorrei poterla rivivere. Poi a fine luglio è iniziata una grandissima avventura: io ancora non lo sapevo ma mi avrebbe stravolto la vita. Avevo infatti deciso di partire da sola per Edimburgo, dove avrei trascorso tre settimane in una famiglia. Inizialmente ero un po’ spaventata, poiché nonostante abbia viaggiato molto e abbia preso molti aerei nella mia vita, non ero mai partita totalmente da sola. Ma mi sono fatta coraggio e nonostante la forte ansia e tutte le preoccupazioni sono partita. Una volta arrivata dopo qualche difficoltà sono riuscita a prendere un taxi che mi avrebbe portato a casa della famiglia che mi avrebbe ospitato. Ero molto agitata per la famiglia, non sapevo bene cosa aspettarmi; e infatti non è iniziata alla grande: la famiglia mi è sembrata subito molto fredda e poco accogliente. Io ero un po’ disperata, non sapevo bene come comportarmi in una situazione così, ero completamente spaesata: mi trovavo totalmente da sola, in un paese a me sconosciuto, a casa di estranei: mai mi sarei immaginata di dirlo, ma volevo tornare a casa. Mi sono fatta coraggio e la notte è passata; il giorno dopo dovevo prendere il bus e andare a scuola, dove avrei frequentato un corso ‘intensivo’ di inglese. Da lì poi tutto è migliorato: non ho avuto problemi con i mezzi, gli insegnanti sembravano splendidi e così anche coloro che frequentavano la scuola. Quella scuola era frequentata da persone di tutte le età provenienti da tutto il mondo; c’erano anche molti ragazzi italiani della mia età che stavano vivendo la mia stessa esperienza. Ho fatto subito amicizia con moltissime persone; in particolare c’era una ragazza che mi ha totalmente stravolto la vita: si chiama S, ha la mia età e vive a Terni. Ho trascorso moltissimo tempo con lei e ciò ha avuto un enorme impatto sulla mia vita e sul modo in cui vedevo le cose; abbiamo legato fin da subito e non mi sarei mai aspettata di affezionarmi così velocemente a qualcuno, è stato veramente speciale. Nonostante ora abbiamo perso un po’ i rapporti, io la porterò sempre nel cuore e difficilmente mi dimenticherò di lei: ne ho incontrate veramente poche di persone così speciali. Quelle tre settimane sono veramente volate: nonostante le lezioni ho avuto molto tempo per visitare Edimburgo e questa città mi ha davvero lasciato un segno indelebile. Fin da subito mi sono sentita a casa, come se io appartenessi a quella città: era come se rispecchiasse la mia personalità. Quando sono dovuta partire ho pianto veramente tanto, questa esperienza mi è entrata nel cuore. Io tendo sempre a svalutarmi (o almeno così dicono), ma mia mamma mi ha fatto capire quanto importante fosse quello che avevo fatto: mi ha spiegato infatti che non tutti riescono a partire totalmente da soli e rimanere in un paese sconosciuto a casa di estranei e riuscire ad adattarsi. Sarò per sempre grata ai miei genitori per avermi permesso di vivere un’avventura del genere. E alla fine è iniziato settembre e si è preso un po’ di spensieratezza che solo l’estate sa donare. Siamo tutti tornati alla nostra routine quotidiana, è iniziata la scuola, i compiti, lo stress e l’ansia, la pioggia e le giornate un po’ grigie. Ma nonostante ciò io quell’estate la porterò sempre nel mio cuore. Ho capito che dovrei vivere la vita con più leggerezza e spensieratezza, perché 17 anni si hanno solo una volta nella vita e bisogna goderseli appieno, perché non ritornano indietro. Tra risate e pianti sono cresciuta, ho imparato ad apprezzare molte cose che prima davo per scontate e ho anche imparato a credere un po’ di più in me stessa. Con il ricordo dell’estate inciso nel cuore sono riuscita a iniziare la scuola con più tranquillità e tutt’ora mi sento più serena; sto contando i giorni che mancano all’inizio della prossima estate, nella speranza di vivere altre mille avventure che mi cambieranno e mi segneranno. E come disse Harry Styles in una canzone “we’ll be alright”, perché ce lo meritiamo, noi meritiamo di stare bene. Durante quei mesi sono riuscita a piantare delle radici, da cui sta crescendo una piccola piantina, che diventa ogni giorno più forte, che si lascia piegare ma non abbattere dalle intemperie. Perché i momenti di tristezza e difficoltà sono indispensabili, ma servono soprattutto tanti tanti momenti di spensieratezza e serenità. Ho capito insomma che devo “colorare la mia vita con il caos dei problemi”.” (S. classe quarta).
“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare la maglietta del centro estivo in cui ho fatto l’animatrice l’estate scorsa. Per me ha un significato molto importante, perché non avevo aspettative molto alte su questa esperienza e invece si è rivelata una delle migliori della mia vita. Questa maglietta ci è stata data il primo giorno e l’ho indossata quasi tutti i giorni per quattro settimane” (E.classe terza).
“Quest’anno come gemma ho deciso di portare una parte molto importante della mia vita, ovvero il gruppo animatori. Sono ormai 3 anni che ne faccio parte e a novembre, con l’entrata dei 2010, siamo arrivati a essere in 60. Ogni anno facciamo molte attività tra cui animazioni alle sagre di paese, il carnevale comunale, e tante altre. Tutte queste attività sono solo delle piccole prove per riuscire ad affrontare la prova finale, il centro estivo. Oltre a tutto questo riusciamo ad organizzare anche delle giornate da passare insieme e fare gruppo. I momenti che preferisco sono sicuramente i pomeriggi d’estate passati a dipingere le scenografie per la festa finale, pomeriggi in cui ci ritroviamo a ridere, scherzare e raccontare storie e momenti divertenti degli anni passati. Come dico spesso, per me questo gruppo è una seconda grande famiglia, con loro mi sento bene e posso sentirmi me stessa” (G. classe seconda).
“Come gemma ho deciso di portare il DUM (Dinsi une man), l’esperienza che ho avuto il piacere di ripetere per la terza volta questa estate. Nell’anno che è passato tra i due turni ho capito quanto questo volontariato sia importante per me e riflettendo ho compreso che è grazie a questa esperienza che poi ho deciso di voler intraprendere medicina come studi universitari per aiutare le persone. È difficile spiegare cosa renda così speciale questa settimana di volontariato semplicemente perché è un’esperienza che si comprende quando si vive; il dum per me è come una famiglia ormai ed è un posto dove provo una felicità pura e sincera che non trovo da nessuna parte. La foto che ho scelto ha un significato specifico, siamo io e una delle persone che mi erano state affidate, G.. G. non è una persona che parla molto o che abbia voglia di socializzare, lui sta nel suo e non partecipa spesso alle attività che organizzavamo; accettare questa cosa per me era difficile nei primi giorni, cercavo ripetutamente di coinvolgerlo e al suo rifiuto nella mia testa era come se stavo fallendo nel mio compito di volontario. Con il passare dei giorni ho capito che è normale che lui non abbia voluto partecipare e che era fatto così. Una cosa che non ho menzionato è che G. odia le foto, non penso ci sia cosa che odi di più nell’intero soggiorno e, quando era tempo della giornata della fotografia, lui, nella foto di gruppo non ha voluto partecipare nonostante la mia insistenza e mentre gli altri ragazzi stavano facendo un lavoro in cui modificavano le foto G. era seduto su una panchina a controllare il telefono. Ad un certo punto mi chiamano e mi dicono che G. vuole una foto con me io ho risposto “no non le vuole non fa mai foto non insistete”, ma mi hanno risposto che ha chiesto specificatamente una foto con me e in quel momento mi sono come illuminato e dopo aver fatto la foto mi ricordo che gliel’ho data e lui l’ha conservata nel suo marsupio ed ero estremamente contento perché era come se le cose che facevo come volontario avessero avuto un riscontro e una ricompensa. Non dimenticherò mai a cena quando mi mostrava sul telefono gli articoli che Google consigliava e mi ha parlato di come i nidi di vespa siano pericolosi e quali fossero i modi di mandarli via oppure quando gli scrivevano lettere e sorrideva mentre le leggeva. Questi sono i ricordi che terrò stretto sempre a me fino alla morte e questa è anche la magia del volontariato: connettersi con altre realtà che sembrano distanti ma in realtà sono più vicine a noi di quanto pensiamo.” (E. classe quinta).
Non ho nascosto i volti delle persone in quanto la foto è pubblicata con “privacy pubblica” sulla pagina aperta del DUM su Facebook
“Questa foto della scorsa estate rappresenta le due settimane che ho passato come volontario dell’Associazione Dinsi Une Man, un’associazione che aiuta le persone disabili che normalmente non avrebbero l’occasione di andare a fare due settimane di vacanza e che così invece riescono ad andare in spiaggia. Qui eravamo a Lignano. E’ stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita; avevo già fatto una specie di prova di 3 giorni due o tre anni fa, ma fare il passo di diventare un volontario a tutti gli effetti significa prendersi cura di una persona. Ho avuto la gioia di prendermi cura di due persone. All’inizio il pensiero è stato “Due persone sotto la mia cura? Riesco a prendermi a malapena cura di me stesso!”. Poi, più i giorni sono andati avanti, più mi sono sentito a mio agio, anche grazie agli altri volontari che mi hanno sostenuto e dato una mano. Alla fine mi ha gratificato anche che mi abbiano fatto i complimenti per come mi ero comportato nel mio primo anno. Sono state due settimane passate tra momenti seri e momenti di demenza assoluta, due settimane divertenti e di vera felicità che consiglio a tutti (VENITE AL DUM! Abbiamo bisogno di volontari).
Commento la gemma di E. (classe quarta) con un consiglio d’ascolto, un podcast che suggerisco di ascoltare. Si tratta di Le vite degli altri (qui su Spotify), 10 episodi condotti da Alessandro Banfi (20 minuti a puntata circa). Racconta storie di chi dedica il proprio impegno e il proprio tempo agli altri. Da Mattia Villardita, il giovane che veste i panni di Spiderman per i bambini malati di cancro ad Anna Fiscale, la giovane di Verona che lavora con le rimanenze dei grandi marchi della moda. Da Nicoletta Cosentino, donna di Palermo che chiama a riscossa le Cuoche combattenti a Rosalba Rotondo, Preside della scuola di Scampia. Storie che sono esempi di virtù civile e di solidarietà sociale: uomini e donne premiati dal Capo dello Stato Mattarella per l’impegno a favore degli altri. Diceva Italo Calvino che ci sono due modi per sopravvivere all’inferno. Prenderne parte oppure raccontare ciò che inferno non è. Questa serie vuole descrivere, attraverso storie di vita vissuta, la possibilità di bene che è in ognuno di noi. Ai suoi interlocutori Banfi pone sempre una domanda, uguale per tutti: “Fare del bene aiuta anche, egoisticamente, a diventare persone migliori? Fa bene anche a noi stessi?”. Puntualmente la risposta è sì: fare bene agli altri fa stare meglio anche noi, fa vivere meglio anche noi. L’amore condiviso fa crescere l’amore.
Se sei tra i 18 e i 28 anni e vuoi dedicare un anno ad un’attività solidale e formativa, che ti farà conoscere nuove realtà insieme a persone che si danno da fare per costruire un mondo migliore, potresti essere il candidato ideale per svolgere il Servizio Civile con l’Associazione Mec. Stanno cercando quattro volontari da impiegare nel progetto “Cambia il vento”. Il progetto si pone l’obiettivo di supportare e sviluppare le attività dell’Associazione nell’ambito dell’educazione all’utilizzo corretto, efficace e positivo di Internet e dei dispositivi digitali, all’informazione e alla comunicazione, promuove l’educazione dei giovani alla cittadinanza democratica, alla pace, ai diritti umani, alla legalità e alla giustizia attraverso l’educazione all’uso critico e consapevole dei media e delle nuove tecnologie.
I volontari potranno sviluppare e migliorare le proprie competenze multimediali, educative, e anche acquisire competenze nell’ambito organizzativo e di supporto al lavoro d’ufficio, inerente i progetti e le attività dell’Associazione.
Le attività si rivolgono alle scuole, alle associazioni del territorio e alla cittadinanza in genere.
Ho partecipato a numerosi incontri condotti dai formatori del Mec e sono sempre rimasto molto contento: per questo caldeggio l’iniziativa!
I volontari saranno impegnati per 12 mesi, da Novembre 2018 a Ottobre 2019, presso le sedi di Udine, Pordenone e Cordenons. Ai volontari in Servizio Civile nazionale spetta un assegno mensile di 433,80 euro netti.
Però attenzione!!! Le domande vanno presentate entro venerdì 28 settembre. Qui tutte le info.
“Mi date qualche suggerimento per questo pomeriggio? Non so che fare!”
Sono due frasi che frequentemente mi capita di leggere sui social network dal 15 luglio fino all’inizio della scuola. Molti studenti hanno un’estate decisamente programmata e organizzata, ma altri, dopo un periodo di riposo, leggerezza e giornate basate sull’improvvisazione esternano queste sensazioni.
Pubblico allora le iniziative del Movimento di Volontariato Italiano e che vanno sotto il titolo “PROVE TECNICHE DI VOLONTARIATO”. Le riporto suddivise per categorie:
DIVERSE ABILITA’:
ANFaMiV (Associazione Nazionale delle Famiglie dei Minori Visivi): accompagnamento in passeggiata, affiancamento laboratori al centro diurno.
Giorni e orari da concordare.
Udine, via Diaz 60
Edda Calligaris 0432.582525 calligedda@gmail.com
Comunità Piergiorgio Onlus (per ragazzi maggiorenni): giochi vari di società, affiancamento degli operatori nell’attività con i ragazzi.
Dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 16.30.
Udine, piazza Libia 1 oppure via Derna 27
Lucia Presacco 340.6442757 lucia.presacco@piergiorgio.org
Comitato genitori centro residenziale Gervasutta: animazione o passeggiate con ragazzi con disabilità
Dal lunedì al sabato
Udine, centro residenziale Gervasutta
Ernestina Tam, 0432 26973, 338 6236636 comitatodisabiliud@gmail.com
Progettoautismo FVG: affiancamento degli operatori in attività ludiche, ricreative, culturali e sportive a favore di ragazzi con disturbi dello spettro autistico
Dal 19 giugno al 21 luglio e dal 21 agosto all’8 settembre, dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 16:00
Feletto Umberto, centro diurno sperimentale Special Needs
Alessia Domenighini, 339 1900609 consulenze@progettoautismofvg.it
Comunità di Volontariato “Dinsi Une Man”: soggiorno marino, affiancamento degli operatori nell’attività con le persone disabili
1° turno 25 luglio – 3 agosto
2° turno 4 agosto – 16 agosto
3° turno 17 agosto – 29 agosto
Bibione, sede del CIF, zona delle colonie
Lunedì: 18.00 – 21.00 Elena 333 8255121
Mercoledì: 17.00 – 20.00 Chiara 339 6188171
ANIMAZIONE BAMBINI E RAGAZZI
Get up, Punto Luce in Rete: laboratori creativi, giochi all’aperto, letture e riflessioni guidate
Giovedì e venerdì dalle 16.00 alle 19.00
Udine, via del Pioppo 55
Marzia Riondato 340.4267647 getupstandup@gmail.com
LEGALITÀ
Libera: campo di volontariato in un bene confiscato alle mafie e “Giornata Libera Terra” per presentare i prodotti Libera nei rifugi alpini
I campi (nei beni confiscati di tutta Italia) in una settimana a scelta durante tutta l’estate (libera.it) e “Giornata Libera Terra” il 22 luglio nei rifugi alpini
Francesco Cautero 348.5445896 udine@libera.it
Emma Mattiussi 345.4217600 presidio.cosimocristina@gmail.com
MERCATO EQUO
Bottega del Mondo: allestimento scaffale nel negozio e riordino magazzino
Giorni ed orari da concordare
Udine, via Treppo 10
Francesco Zinzone, 329.0854966 francescozinzone@libero.it
CeVI – Centro di Volontariato Internazionale: eventi e banchetti per la raccolta fondi
Due ore settimanali, giorni ed orari da concordare
Paderno – Udine, via Torino 77
Monica Cucchiaro 338.6511749 monica.cucchiaro@gmail.com
DISAGIO SOCIALE
Ospiti in arrivo: Refugees Public School, affiancamento all’insegnamento dell’italiano ai rifugiati politici e attività di magazzino e/o organizzazione eventi
Lunedì, giovedì, venerdì, 16.00 -18.00
Udine, Arci MissKappa via Bertaldia, 38
Silva Ganzitti 392.3203190 silvaganzitti@yahoo.it
Cecilia Barbon 346.2403124 eco@gmail.com
Missionari saveriani: campo di volontariato residenziale con i minori stranieri rifugiati
Dal 25 luglio al 4 agosto
Siracusa
Alberto Panichella 338.8856374
Caritas Udine (proposta per ragazzi dai 16 anni in poi): mensa diocesana “LA GRACIE DI DIU”, distribuzione pasti, mansioni varie in cucina
Almeno un giorno alla settimana per tutto il periodo estivo (9.00-14.00; 18.00-21.30)
Udine, via Ronchi 2
Alberto Barone, 346.7500148 abarone@diocesiudine.it
Per altre informazioni
Martina Tosoratti
Casa del Volontariato
San Daniele del Friuli
Via Garibaldi, 23
Tel.: 0432 943002 Fax: 0432 943911
Mail: segreteria@movi.fvg.it
“La mia gemma sembra una bolletta, ma non lo è: in realtà si tratta di un traguardo per me molto importante. Ho partecipato ad un concorso per fare volontariato in Congo. Mi hanno presa, partirò a fine luglio e starò via un mese in un ospedale pediatrico che ospita bimbi affetti da sla, aids, malaria o diversamente abili. Sono ospitati circa 800 bambini. Non so ancora bene di preciso cosa dovrò fare, probabilmente un po’ di animazione o insegnamento di grammatica basilare francese. Per me è un sogno che si avvera, sono molto contenta ed emozionata per le incognite che mi aspettano. L’idea del volontariato è qualcosa che noi tutti dovremmo perseguire nel nostro piccolo.” Questa è stata la gemma di M. (classe quinta). Questa gemma mi è risuonata nel cuore durante questo fine settimana in cui si è celebrato a Roma il Giubileo dei Ragazzi. Riporto un brevissimo passo delle parole del papa: “… solo con scelte coraggiose e forti si realizzano i sogni più grandi, quelli per cui vale la pena di spendere la vita. Non accontentatevi della mediocrità, di “vivacchiare” stando comodi e seduti; non fidatevi di chi vi distrae dalla vera ricchezza, che siete voi, dicendovi che la vita è bella solo se si hanno molte cose; diffidate di chi vuol farvi credere che valete quando vi mascherate da forti, come gli eroi dei film, o quando portate abiti all’ultima moda. La vostra felicità non ha prezzo e non si commercia; non è una “app” che si scarica sul telefonino: nemmeno la versione più aggiornata potrà aiutarvi a diventare liberi e grandi nell’amore”.
“Questo è un lavoretto fatto dai ragazzi della parrocchia, dalle elementari alle superiori: li portiamo durante le feste ad anziani e soprattutto malati che non possono uscire di casa per far capire che non sono abbandonati e soli. Lo faccio da 5 anni, è una bella esperienza, importante. E’ un atto di reale e cortese affetto; lo si dice nel film “Un’impresa da Dio” (Dio: Sei stato all’altezza! Hai cambiato il mondo! Evan: No, non è vero! Dio: No? Vediamo… Passi più tempo con la famiglia, li hai resi più felici, hai dato una casa a quel cane! Evan: Va bene, e allora? Dio: Allora? Come si cambia il mondo? Evan: Con un atto di reale e cortese affetto alla volta! Dio: Con un Atto di Reale e Cortese Affetto). Penso sia un gesto che faccia stare bene te e gli altri: ti accolgono con un sorriso e con lacrime di felicità. L’unica parte per me negativa è che questi anziani parlano solo friulano e mi è un po’ difficile rispondere, soprattutto quando mi chiedono di chi sono figlia. Allora solitamente rispondo facendo riferimento a qualche loro conoscenza e me la cavo. Dietro la confezione del lavoretto abbiamo poi messo una frase del papa: “ll Natale di solito è una festa rumorosa: ci farebbe bene un po’ di silenzio per ascoltare la voce dell’Amore. Natale sei tu, quando decidi di nascere di nuovo ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima”. Questa è stata la gemma di E. (classe quinta). Per un po’ di anni ho fatto volontariato in casa di riposo e una delle cose che ricordo meglio è il modo con cui quegli anziani attendevano le due ore di visita del sabato pomeriggio e devo dire che ho ricevuto molto da quelle persone, a inverare la frase di Seneca: “Ovunque vi sia un essere umano, vi è possibilità per la gentilezza”.
“Ogni estate, nel paese in cui abito, c’è il centro estivo; dopo averlo frequentato da utente, da un po’ di anni sono animatrice. Ho così scoperto che si può avere un buon rapporto con i bambini e che è bello quando vengono ad abbracciarti. Allora ho deciso di portare alcuni disegni che mi hanno fatto quest’anno che penso sarà anche l’ultimo per me”. Così M. (classe quarta) ha presentato la sua gemma. Madre Teresa diceva “Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quando amore mettiamo nel dare.” I bambini sanno leggerlo benissimo.
“Ho portato il cappellino e i braccialetti del Giro d’Italia: mi riportano indietro di 4 anni e mi fanno ricordare mio nonno che non c’è più e questa passione che lui mi ha trasmesso. Da ammalato non poteva vedere le tappe e io, mentre facevo i compiti, ascoltavo le radiocronache e poi gliele raccontavo e lui era molto felice e ricambiava stringendomi la mano. Quest’anno, poi, sono stata alla tappa finale a Trieste e mio papà era volontario per la protezione civile: mi trasmette l’idea che dare una mano è importante”. Sono le parole con cui G. (classe terza) ha presentato la sua gemma. Riporto un cenno di una canzone di Paolo Conte che amo molto e che racconta un ciclismo di altri tempi: “E tramonta questo giorno in arancione e si gonfia di ricordi che non sai; mi piace restar qui sullo stradone impolverato, se tu vuoi andare, vai… e vai che io sto qui e aspetto Bartali scalpitando sui miei sandali, da quella curva spunterà quel naso triste da italiano allegro, tra i francesi che si incazzano e i giornali che svolazzano. C’è un po’ di vento, abbaia la campagna e c’è una luna in fondo al blu…”
Una settimana fa, prima che la scuola in cui lavoro chiudesse per le vacanze di Pasqua, il gruppo dell’Istituto che si occupa di ecologia ha donato a studenti e insegnanti un fiore costruito con della carta buttata via, per festeggiare la giornata di oggi: la Giornata della Terra. Oggi alcuni studenti con l’insegnante di scienze si sono dati da fare per ripulire un po’ la roggia di Udine davanti al Museo Etnografico di via Grazzano (la foto è presa dalla pagina fb del WWF Friuli Venezia Giulia). Su La Stampa del 15 aprile Enrico Caporale ha scritto questo articolo dal titolo “Corsa contro il tempo per salvare il Pianeta”. La cosa che più mi sconcerta è che vedo correre molte persone volenterose e generose, ma nessuno di coloro che dovrebbero correre…
“Ogni anno produciamo nel mondo circa 100 miliardi di chilogrammi di plastica, dei quali, grosso modo, il 10% finisce in mare. “I 7,1 miliardi di esseri umani – scrive su La Stampa Luca Mercalli, uno dei più importanti climatologi del nostro Paese – stanno consumando più di quanto il pianeta possa fornire e immettono rifiuti, inquinanti e gas a effetto serra, in quantità tale da attivare trasformazioni irreversibili”. Il 20 agosto 2013 le risorse annuali prodotte dalla Terra erano già finite. In meno di otto mesi avevamo dunque speso tutti gli interessi maturati dalla biosfera terrestre. A questi ritmi, è ovvio, la Terra sarà presto invasa dalla spazzatura e prosciugata delle sue ricchezze. Scarsità di risorse ittiche, agrarie, minerarie, cambiamenti climatici, aumento dei livelli marini, acidificazione degli oceani e molto altro ancora minacceranno la nostra salute e quella degli altri esseri viventi. Come impedirlo? Un modo potrebbe essere quello di trasformare la plastica (e gli altri materiali di scarto) in nuove risorse.
I nostri oceani ingurgitano ogni anno circa 10 miliardi di chilogrammi di plastica. Una volta in acqua, però, questa plastica (ridotta in tanti pezzettini) non vaga alla cieca, ma si dà tutta appuntamento in un luogo ben preciso: la meta è al largo dell’Oceano Pacifico, grosso modo tra le isole Hawai e la California. Anche se i satelliti non riescono a fotografarla, qui è stata individuata quella che gli esperti hanno definito l’“isola dei rifiuti”, o anche il “vortice della spazzatura”. Le sue dimensioni non sono chiare: c’è chi parla di una superficie come quella della Francia e chi la descrive grande quanto un Continente. Secondo gli studiosi del California Coastal Commission di San Francisco, il suo peso complessivo avrebbe già superato i 3,5 milioni di tonnellate. Si tratta di bottiglie, sacchetti della spesa, giocattoli e recipienti che le correnti concentrano con un movimento a spirale in un’unica grande massa. Un incubo per l’ecosistema. Ogni giorno, infatti, migliaia di grandi mammiferi, pesci e uccelli marini scambiano per cibo i residui di plastica – ridotti in poltiglia dal tempo e dalla forza del mare – e creano così disastri lungo l’intera catena alimentare che giunge fino ai nostri piatti. Da alcuni anni gli scienziati stanno studiando come trasformare questa minaccia in risorsa: riciclare la plastica in mare per riutilizzarla come fonte di energia potrebbe essere una soluzione, ma le ricerche in tal senso sono ancora indietro e molto costose.
Tuttavia, i pericoli non si fermano qui. L’altra grande sfida per il futuro del nostro pianeta sono i cambiamenti climatici, con il conseguente aumento dei livelli marini. Dal 1979, anno in cui i satelliti hanno cominciato a tenere la zona artica sotto osservazione, è stata registrata una ritirata dei ghiacci del 12% a decennio, con un’accelerazione negli ultimi anni. Lo scorso novembre, poi, la Banca Mondiale ha ipotizzato un aumento della temperatura globale dovuto alle emissioni climalteranti di 4 gradi entro fine secolo: “Un colpo devastante che non deve essere permesso”, ha ammonito la World Bank. Intanto, al Pentagono è già pronto un rapporto sul rischio di conflitti locali, se non di vere e proprie guerre, che le migrazioni conseguenti al caos climatico potrebbero provocare.”
Dare voce agli studenti durante le lezioni… E loro, a commento del volontariato che fanno nel tempo libero, arricchiscono te e i compagni facendoti conoscere cose così: “La vera felicità del dono è tutta nell’immaginazione della felicità del destinatario”. (Theodor Adorno)
“Mi sapete dire il motivo per cui non fareste un’esperienza del genere?” Stefano ha concluso con questa domanda l’intervento in tre classi ieri mattina.
Cristina, Elisa, Marta e, appunto, Stefano sono entrati in 3 classi, due quarte e un quinta non per tenere una lezione, ma per cercare di trasmettere l’entusiasmo con cui vivono in estate delle giornate insieme a delle persone diversamente abili nel mare di Bibione. E’ l’esperienza del DUM, Dinsi une man (Diamoci una mano per i non furlanofoni :-). Hanno raccontato tanto in un’ora che è sembrata troppo stretta per contenere le loro parole, la loro forza, la loro voglia di condividere e il loro desiderio che altri ragazzi possano percorrere un cammino simile al loro. Da qui è venuta la domanda di Stefano: perché no? Perché no a permettere delle vere vacanze a persone per le quali altrimenti sarebbero difficili se non impossibili, perché no a fare un’esperienza in cui ricevi molto di più di quello che dai, perché no a un qualcosa che ti cambia in meglio, perché no a un periodo in cui entri in contatto con delle parti di te che non conosci, perché no a vivere lo spirito di una comunità in cui non sei mai solo, perché no alle prime notti in cui ti chiedi “ma chi me lo ha fatto fare?” e alle altre in cui ringrazi chi te lo ha fatto fare, perché no a comprendere meglio, vivendolo, il concetto di persona e di talento…
Grazie Cristina, Elisa, Marta e Stefano per la vita che avete trasmesso, come hanno commentato alcuni studenti di quinta. Qui sotto c’è spazio per i commenti di chi vi ha ascoltato…