Gemma n° 2206


“Come gemma ho deciso di portare il DUM (Dinsi une man), l’esperienza che ho avuto il piacere di ripetere per la terza volta questa estate. Nell’anno che è passato tra i due turni ho capito quanto questo volontariato sia importante per me e riflettendo ho compreso che è grazie a questa esperienza che poi ho deciso di voler intraprendere medicina come studi universitari per aiutare le persone. È difficile spiegare cosa renda così speciale questa settimana di volontariato semplicemente perché è un’esperienza che si comprende quando si vive; il dum per me è come una famiglia ormai ed è un posto dove provo una felicità pura e sincera che non trovo da nessuna parte. La foto che ho scelto ha un significato specifico, siamo io e una delle persone che mi erano state affidate, G.. G. non è una persona che parla molto o che abbia voglia di socializzare, lui sta nel suo e non partecipa spesso alle attività che organizzavamo; accettare questa cosa per me era difficile nei primi giorni, cercavo ripetutamente di coinvolgerlo e al suo rifiuto nella mia testa era come se stavo fallendo nel mio compito di volontario. Con il passare dei giorni ho capito che è normale che lui non abbia voluto partecipare e che era fatto così. Una cosa che non ho menzionato è che G. odia le foto, non penso ci sia cosa che odi di più nell’intero soggiorno e, quando era tempo della giornata della fotografia, lui, nella foto di gruppo non ha voluto partecipare nonostante la mia insistenza e mentre gli altri ragazzi stavano facendo un lavoro in cui modificavano le foto G. era seduto su una panchina a controllare il telefono. Ad un certo punto mi chiamano e mi dicono che G. vuole una foto con me io ho risposto “no non le vuole non fa mai foto non insistete”, ma mi hanno risposto che ha chiesto specificatamente una foto con me e in quel momento mi sono come illuminato e dopo aver fatto la foto mi ricordo che gliel’ho data e lui l’ha conservata nel suo marsupio ed ero estremamente contento perché era come se le cose che facevo come volontario avessero avuto un riscontro e una ricompensa. Non dimenticherò mai a cena quando mi mostrava sul telefono gli articoli che Google consigliava e mi ha parlato di come i nidi di vespa siano pericolosi e quali fossero i modi di mandarli via oppure quando gli scrivevano lettere e sorrideva mentre le leggeva. Questi sono i ricordi che terrò stretto sempre a me fino alla morte e questa è anche la magia del volontariato: connettersi con altre realtà che sembrano distanti ma in realtà sono più vicine a noi di quanto pensiamo.”
(E. classe quinta).

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