Penso che “Pochi inutili nascondigli” sia il libro che meno mi è piaciuto di quelli scritti da Giorgio Faletti. Tuttavia, vi ho trovato un bel passo, che voglio legare all’inizio dell’anno scolastico, a ogni inizio, al momento in cui a una persona viene chiesto di mettersi in gioco, di provare a immaginare e disegnare il proprio futuro, che sia alunno o insegnante.
“Non sarebbe mai riuscito a spiegare a un profano che cosa era un foglio bianco per un disegnatore, quale e quanta speranza ci fosse ogni volta che si metteva di fronte allo spazio immenso di quel rettangolo immacolato da riempire di segni, sogni, colori, idee.
Forse Dio, se c’era, proprio quello aveva fatto. Prima l’universo era un grande cosmico foglio di carta bianco e lui con la stessa speranza e la stessa fantasia aveva chiuso un attimo gli occhi e poi si era messo al lavoro e aveva disegnato tutto.
Fece scorrere la copertina ripiegandola dietro al blocco ed ebbe anche lui davanti il suo piccolo universo da creare.
Si lasciò andare contro lo schienale della poltrona, impugnò la matita e guardò il mondo davanti a lui.”
Giorgio Faletti, Pochi inutili nascondigli, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2008, pag. 51
Ho letto un libro di Faletti e non mi è piaciuto, credo fosse il primo, o il secondo, un thriller troppo scontato. Però questo pezzo che tu riporti qui mi piace molto e lo trovo stupendo. In effetti chi crea qualcosa è come un piccolo dio che fa spuntare cose che prima non esistevano. Peccato però che ci sia anche l’altra versione, l’altro lato della medaglia: non potersi fermare dal creare,….di questa patologia è affetto dio? chissà!
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gran bel dilemma quello che sollevi. Forse per lui creare è un po’ come respirare, necessario alla sua esistenza, e magari, perché no, atto indipendente dalla sua volontà…
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sai con questo post credo di aver avuto una comprensione reale di quello che fa questo dio.
il fatto di pensarlo come me, che sono una artista e non posso fare a meno di creare, me lo ha reso più reale appunto…è una cosa strana ma non ci avevo mai pensato…è incredibile!
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e a pensarci meglio… il respiro è atto di creazione nella bibbia. Ma anche nell’Induismo ha un’importanza fondamentale nello yoga. Devo approfondire la cosa…
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mi fai ricordare di mesi fa che ho discusso sul nome di Yahweh, che se detto, pronunciato in un certo modo è un pò come l’om dei buddisti ma nessuno lo dice mai. noi conosciamo dio solo con questo nome, dio, e basta. all’origine però non era dio era yahweh e poi è stato tradotto. e un pò strano che non si sia mantenuto il nome originario, pensa se a te ti cambiassero il nome e lo traducessero in un’altra lingua, pensi che tua madre ti riconoscerebbe sentendoti chiamare ? ah ah ah
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