
E’ stato uno di quei personaggi che hanno formato la mia adolescenza, la mia fede, il mio pensiero. Le sue pagine sono quelle da cui mi abbevero quando ho sete. Stamattina, mentre rileggevo alcune sue pagine per presentare la figura di David Maria Turoldo a due classi, mi sono ritrovato a essere commosso. Non c’è niente da fare, sento che riesce sempre a parlare al mio cuore. Le riporto qui.
Da “La mia vita per gli amici”
“Perché poi, ogni “Io” che si rispetti è irriducibile a qualsiasi definizione. Pertanto tu sei sempre quel soggetto che non sarà mai codificato, mai “cristallizzabile”: tanto provvisorio, parziale e inadeguato, può essere il giudizio o l’immagine degli altri, quanto inadeguato e insufficiente il giudizio che di volta in volta tu stesso proietti di te” (pagg 17-18).
“E Cristo, pienezza di umanità, archetipo di tutti gli uomini. Cristo, in ciò che è e in ciò che significa. Per cui possono essere vicini a Cristo quanti vivono, anche se inconsapevoli, ciò che egli significa, più di coloro che pretendono di sapere ciò che è: persuasi costoro di possederlo come loro esclusiva proprietà” (pag. 22).
“… il Crocifisso non mi rappresenta soltanto il mistero di una salvezza eterna; non è soltanto l’immagine di un Dio rifiutato; ma prima di tutto mi rappresenta l’idea di un uomo che il mondo non riesce ad accettare, e che perciò emargina e crocifigge” (pag. 26).