Zinaida Gippius si definiva la “Nonna del decadentismo russo”; nacque a Belev nel 1869. Lei e il marito D.S. Merezkovskij erano entrambi antibolscevichi, ed emigrarono a Parigi agli inizi degli anni ’20, dove diedero vita a un vivace salotto letterario. Scrisse opere di narrativa, di poesia e di saggistica. Morì a Parigi nel 1945. Questo è uno dei testi (traduzione di Angelo Maria Ripellino) che mi hanno maggiormente colpito, un elogio della semplicità, oltre le sottigliezze, oltre i nodi ingarbugliati, oltre i retropensieri… “l’anima sottile è semplice come questo filo”
Attraverso un sentiero del bosco, in un comodo cantuccio,
un elastico e lindo filo di ragno,
asperso di allegria solare e di ombra,
è sospeso nei cieli; e con tremito impercettibile
il vento lo fa vibrare, tentando invano di strapparlo;
il filo è saldo, sottile, diafano e semplice.
È tagliata la viva cavità dei cieli
da una linea sfavillante, da una corda policroma.
Noi siamo avvezzi a stimare solo ciò che è confuso.
Con falsa passione nei nodi ingarbugliati
cerchiamo sottigliezze, ritenendo impossibile
congiungere nell’anima semplicità e grandezza.
Ma sono meschine, ruvide e smorte le cose complesse;
e l’anima sottile è semplice come questo filo.

