Dai Pink Floyd ad Allegri


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Facciamo un triplo salto mortale rispetto ai Pink Floyd di stamattina o a Cesare Cremonini dell’altro giorno. Sono musicalmente onnivoro, ma quando ascolto il Miserere di Allegri (sì, va bene, con degli acuti più moderni rispetto all’originale) resto estasiato, a bocca aperta. Da ascoltare con calma, nell’assoluto silenzio. E oggi lo associo a queste parole di Flannery O’ Connor: “Seppe che non esisteva peccato troppo mostruoso che non potesse rivendicare come suo e, poiché Dio ci ama in misura di quanto perdona, si sentì pronto, in quell’istante, a entrare in paradiso”.

 

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