Gemma n° 1816


“Una foto di quand’ero piccola perché ho deciso di dedicare questa gemma a me stessa: in questo periodo sono cresciuta molto personalmente, ho avuto un grande cambiamento soprattutto caratteriale grazie alle persone che mi sono sempre state vicine. Ho sempre dato molto peso al giudizio degli altri e per questo motivo non mi sono mai esposta: ora sono molto più sicura di me stessa e dedico più tempo a piacere a me stessa che agli altri”.

Con queste parole L. (classe quinta) ha presentato la sua gemma. Da qualche parte ho letto una storia buddhista sulla facilità che abbiamo nel giudicare e nel mettere un’etichetta su tutto; non trovo più il libro ma la rete mi è venuta in soccorso. Ecco qui:
“Un vecchio contadino per anni aveva coltivato i suoi raccolti lavorando moltissimo.
Un giorno il suo cavallo fuggì e i vicini gli dissero che era stata proprio una sfortuna perderlo ma il contadino rispose “forse”.
Il cavallo, il giorno seguente, tornò insieme ad altri 3 cavalli. I vicini dissero che era una meraviglia ma il contadino rispose di nuovo “forse”.
Il giorno dopo il figlio del contadino provò a cavalcare uno dei nuovi cavalli ma si ruppe una gamba. I vicini gridarono alla sfortuna e l’agricoltore rispose ancora una volta “forse”.
Il giorno seguente dei soldati vennero ad assoldare giovani uomini nell’esercito ma il figlio del contadino non venne chiamato dato che aveva la gamba rotta. I vicini dichiararono che era stata una vera fortuna. Ma il contadino, come sempre, rispose “forse”.”

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