“Come gemma ho deciso di portare un luogo, ossia Viale Ledra. Può sembrare una semplice via, ma per me è molto altro. È uno tra i pochi luoghi in cui posso stare con i miei amici al di fuori della scuola. È un po’ il posto in cui la parte più scherzosa di me esce fuori e la condivido con le persone che non giudicano le mie stranezze. Qui riesco a ridere, scherzare e stare bene, essere felice”.
Questa la gemma di R. (classe seconda). Emerge spesso, non solo nelle gemme, anche nelle discussioni in classe, il fastidio dell’essere giudicati dagli altri; Carl Gustav Jung diceva “Pensare è difficile. Per questo la maggior parte della gente giudica”.
“La mia gemma è un po’ un concetto astratto e quindi utilizzo due foto per spiegarmi concretamente. La prima è dell’estate del 2020, quando sono stata a fare uno stage di una settimana fuori Roma, la seconda è di questa estate, del viaggio fatto a Napoli. Per me queste foto rappresentano un processo avvenuto in questi ultimi anni tramite alcuni viaggi che ho fatto. Lo stage è stato importante perché era la prima volta, dopo tanto tempo, che ero da sola lontana da casa; il viaggio a Napoli è stato una sfida per me e per le mie due sorelle perché ci siamo andate da sole nonostante un po’ di paura. Ho imparato così ad essere più indipendente e a non avere pregiudizi. Soprattutto sono riuscita a risolvere uno dei miei più grandi difetti: la timidezza. E questa è una cosa che non sento solo io da dentro ma che mi hanno riferito anche le persone che mi hanno conosciuto negli ultimi anni e che mi hanno detto di vedermi come una persona tanto aperta e sempre positiva”.
Così si è conclusa la gemma di M. (classe quinta). Io un breve testo sulla timidezza mi sento di metterlo, è di Ernest Hemingway: “Sorrise come soltanto i veri timidi sanno sorridere. Non era la risata facile dell’ottimista né il rapido sorriso tagliente dei testardi ostinati e dei malvagi. Non aveva niente a che fare col sorriso equilibrato, usato di proposito, del cortigiano o del politicante. Era il sorriso strano, inconsueto, che sorge dall’abisso profondo, buio, più profondo di un pozzo, profondo come una miniera profonda, che è dentro di loro.”