
“Io ho portato Lilly, il mio peluche. Ce l’ho da quando avevo pochi mesi e per me è molto importante perché, essendo timida, non parlavo tanto con gli altri e parlavo con lei. La portavo ovunque: se si vedono le foto della mia infanzia si nota che la portavo al mare, alle giostre, dappertutto. La tengo ancora proprio per la sua importanza: era sempre con me e quando ero triste lei mi faceva stare meglio”.
Mariasole non ha un peluche preferito come A. (classe prima) e come aveva mio nipote (suo papà è tornato a recuperarlo in un rifugio di montagna, pena il mancato addormentamento serale) o come avevo io (lo conservo ancora il mio orsacchiotto di improbabile colore rosso vivo). Però ci parla spesso con Teddy, Luna, Carlotta, Camilla ecc ecc. Prepara loro la pappa, li porta in giro in carrozzina, canta loro la ninna nanna. Un mondo tutto suo in cui è lei a decidere i vari ruoli che ciascuno deve ricoprire e dove è lei a decidere le regole. Chissà che non possa essere, quello dell’infanzia, un mondo che funziona meglio? O forse no? Un giorno proverò a sottopormi a questo esperimento…