“Il paradosso, il vostro paradosso, è che vi dedicate alla ricerca della verità, ma non sopportate la vista di ciò che scoprite” (I. Yalom, Le lacrime di Nietzsche, pag. 360).
Nei miei taccuini, su cui appunto le citazioni dei libri che leggo, questa è la numero 3086. Ha molteplici campi di applicazione, ma questo pomeriggio ne ha una particolare. Ho passato un po’ di tempo, troppo poco in realtà (ma la campanella è tiranna), a raccogliere le parole e gli sfoghi di alcune alunne. Oggetto dell’arrabbiatura: l’incapacità relazionale di molti adulti, in particolare degli insegnanti, nei confronti degli studenti. Non sbagliano. Credo sia un effettivo problema, un tempo più nascosto, più sottotraccia, soprattutto perché era un tempo diverso, abitato, in particolare, da studenti diversi. Vanno fatte delle considerazioni, vanno condotte delle riflessioni che possano tradursi in atti, modi, comportamenti; ma senza il coraggio, la voglia e l’onestà di vedere la verità dentro di sé, dentro i propri atti, modi e comportamenti, non si arriva a nulla. Diventa una ricerca di verità vana e sterile, volta a trovare quel che si fa finta di cercare. Penso sia la base se vogliamo essere degli adulti, e soprattutto degli insegnanti, significativi.