Da che parte sta Dio?

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Chi segue frequentemente il blog sa che mi piace leggere più libri in simultanea. Uno di quelli che sto portando avanti lentamente per la corposità degli argomenti trattati è “In nome di Dio” del premio Nonino 2012 Michael Burleigh. Sto affrontando il capitolo “Apocalisse 1939-1945” in cui si tende a chiarire il ruolo delle Chiese europee in quegli anni. Oltre a tutta una serie di chiarimenti sul ruolo di Pio XI e soprattutto Pio XII, spesso taciuti da storici superficiali e ideologici (tra l’altro, esiste una visione storica non ideologica?), mi hanno colpito due interventi riportati in successione. E’ vero: come si evince dal libro sono stati isolati, ma pur sempre eclatanti.

Da un lato, l’ottuagenario cardinale francese Alfred Baudrillart invitava i francesi a unirsi contro il bolscevismo: “L’arcangelo Michele brandisce la sua spada vendicatrice, brillante e invincibile contro i poteri diabolici. Con lui marciano i popoli cristiani e civili per difendere il loro passato e il loro futuro a fianco delle armate tedesche”.

Dall’altro lato, il metropolita russo Sergej inviò un messaggio a ogni parrocchia ortodossa. Vi si leggeva: “La Chiesa di Cristo benedice tutti gli ortodossi che difendono le sacre frontiere della nostra madrepatria. Dio ci assicurerà la vittoria”.

Ecco, a questo punto mi immagino l’indecisione di Dio… e soprattutto il suo disperato avvilimento.

A sera

Ieri sera sono finalmente riuscito a fare delle foto. Non sono stato fuori molto, mezzora al massimo, ma c’era una bellissima atmosfera. Oggi ho trovato su questo sito le parole che la poetessa americana Jane Kenyon scrisse per il pastore Jack Jensen, suo amico malato di cancro. Benché la Kenyon faccia riferimento alla sera della vita, ho respirato molte delle emozioni descritte. E quello sotto è un fugace scatto colto al momento.

 

Che la luce del tardo pomeriggiosera.jpg

brilli attraverso le fenditure del granaio, scalando

le balle di fieno quando il sole si abbassa.

 

Che il grillo cominci a strimpellare

come una donna che prenda i ferri

e il suo filato. Che scenda la sera.

 

Che la rugiada si raccolga sulla zappa abbandonata

nell’erba alta. Che appaiano le stelle

e la luna scopra il suo corno d’argento.

 

Che la volpe torni alla sua tana sabbiosa.

Che cada il vento. Che nel fienile

entri l’oscurità. Che scenda la sera.

 

Per la bottiglia nel fosso, per la pala

nell’avena, per l’aria nei polmoni

che scenda la sera.

 

Che scenda, sia come sia, e non

avere paura. Dio non ci lascia

senza conforto, e allora che scenda la sera.

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