“La nostra speranza è che il nuovo assomigli a ciò che già conosciamo almeno quel tanto da poterlo comprendere. E questo sempre succede… Al contrario. Più scendiamo nell’infinitamente piccolo, meno comprendiamo. Ci sono dei fisici che hanno spinto la loro sottile analisi delle cose tanto in là da perdersi in un mondo in cui la stessa, vecchia Casualità non li seguiva più… Che fare, in un ordine di grandezza dove non si pone più il problema delle immagini?… Se le cose hanno un fondo, questo fondo non assomiglia a nulla… La similitudine sparisce… La profondità è insignificante. Ma quanto è curioso questo ricercare, nell’estrema divisione, la chiave dei problemi del nostro ordine!…”
Paul Valéry, L’idea fissa
Più si scava e meno si capisce, o, quanto meno, più è complesso riuscire a trovare una spiegazione. Però, a me scavare piace e di quanto comprendo onestamente poco interessa: un giorno capirò, ma, intanto, ci avrò almeno provato.
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Condivido. Anche io amo la sete. A volte la ricerca mi disseta, altre volte no e quindi l’ardore dello scavo cresce…
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