rimangono nel regno del cuore
fino alla vecchiaia.
La cosa più bella della vita
è che la nostra anima
rimanga ad aleggiare
nei luoghi dove una volta
giocavamo.
(Gibran)
anche dopo l'ora di religione
Dal 1979, anno della rivoluzione khomeinista, l’Iran ci ha abituati a demonizzare le varie mode e tendenze provenienti dall’Occidente malato: la musica rock, la Barbie, i jeans, i Simpsons, Mc Donald’s… Ecco che ora si affaccia una novità che prendo da Andkronos: “Sono le statuette che rappresentano Buddha l’ultimo bersaglio della censura iraniana, che le ha messe al bando in quanto strumento di “invasione culturale” dall’estero. Il divieto di esporre rappresentazioni scultoree della figura sacra del buddhismo e il conseguente ordine di sequestro per quelle in vendita nei negozi del paese è arrivato dall’autorità per la salvaguardia del patrimonio culturale iraniano, come ha riportato il quotidiano locale ‘Arman’”. Aggiungo il fatto che la maggior parte delle volte le statuine non hanno valenza religiosa ma estetica, facendo da ornamento su mobili e nei giardini.