“Finalmente al cospetto del mare, dove Dio è tutto, riuscii a calmarmi”. E’ una frase di Patti Smith. Sto ascoltando in streaming il suo nuovo cd, dopo anni di silenzio dal punto di vista delle novità musicali. Si intitola Banga: c’è un omaggio ad Amy Winehouse, a Piero della Francesca, a Johnny Depp, a San Francesco… Io resto in attesa che qualche anima pia ne pubblichi su internet i testi e magari la traduzione. Nel frattempo, per dire il calibro e la profondità dell’artista, propongo una citazione di parte della canzone “Easter”, che faceva parte dello stesso LP in cui compare la famosa “Because the night”. Con alcune brevi pennellate, Patti Smith dipinge qui la sua immagine della Pasqua:
“Io sono la primavera, la terra santa,
Il seme infinito di mistero,
La spina, il velo, il volto di grazia,
L’immagine di bronzo, il ladro del sonno,
L’ambasciatore dei sogni, il principe della pace
Io sono la spada, la ferita, la macchia
Disprezzato figlio trasfigurato di Caino
Mi arrendo, io alla fine, torno
Ancora una volta io sono il sale, il riso amaro
Io sono il gas in un grembo di luce, la stella della sera,
La palla della vista che porta che getta le lacrime di Cristo
Morire e asciugare io risorgo stasera”

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