
“Ho portato una clip di Maniac, una mini-serie Netflix: l’ho guardata durante la quarantena. Cercavo qualcosa che mi confondesse un po’ le idee e l’ho trovata perché c’ho messo qualche tempo a capire questa serie. Una casa farmaceutica sviluppa un farmaco sperimentale grazie anche all’aiuto di un software avanzato; il farmaco fa rivivere i traumi a dei pazienti volontari. Tra di essi vi sono i due protagonisti Annie e Owen. La scena che ho portato si svolge nella mente di Annie che è sotto l’effetto della terza pasticca, la pasticca C, che sta per “Confronto” col trauma più grande della propria vita. Sta parlando con la sorella Ellie, deceduta in un incidente stradale mentre erano in auto insieme e stavano litigando a causa di una foto che Ellie desiderava scattare per avere un ricordo della sorella prima di trasferirsi mentre Annie rifiutava perché non voleva restare sola. La mia gemma è l’ultima frase che viene detta: Sometimes people leave and we don’t know why, A volte le persone vanno via e noi non sappiamo perché. Molte volte non si accetta l’idea di perdere qualcuno e io fino a pochi anni fa non avrei accettato l’idea di allontanarmi da qualcuno o di avere un amico in meno da un giorno all’altro. Ora sto cominciando a capire che le persone importanti della vita faranno di tutto per farne parte e non saranno coloro che ti lasciano o ti ignorano alla prima litigata. Le persone che vanno per la propria strada, che non coincide con la tua o che non prevede la tua presenza, forse è meglio lasciarle andare perché è meglio salutarsi una volta per tutte che continuare a prendersi in giro.”
Questa la gemma di V. (classe quarta). Non ho potuto fare a meno di pensare a Gio Evan e alla sua Finita la festa dall’album Natura molta
“Papà mi diceva, “Per capire chi è un buon amico, organizza una festa, fai una festa bellissima, prendi buone birre e dei vini sopra i 13, prendi del buon cibo, e che la musica di sottofondo sia bella e che possa accogliere tutti. Mettila alta da poter far dire ‘Bellissimo sto pezzo! Che gruppo è?’ ma non troppo alta, lascia che i vostri dialoghi non vengano coperti dagli assoli”. “Invita amici”, mi diceva, “Invitane tanti, invita tutti gli amici che conosci e poi, finita la festa, lascia che ognuno prenda la via che preferisce. Non forzare mai nessuno a rimanere, non convincere, non prolungare mai la festa, che le feste hanno origini più antiche di noi, sanno loro quando finire. Tu saluta e augura la buonanotte a tutti e osserva, osserva bene chi di sua volontà resta ad aiutarti, chi ti aiuterà a lavare i piatti, chi ti aiuterà a rimettere a posto, a sistemare le cose. Questi saranno i tuoi buoni amici, quelli che non ti staranno accanto quando la musica e il vino gioiranno con le tue buone lune; questi sono i buoni amici, quelli che rimarranno anche quando la tua vita avrà da offrire solo briciole e disordine”. “E alla fine di tutto”, mi diceva papà “ricorda, alla fine di ogni bellissima festa, alla fine di ogni momento epico, di ogni grande successo e di ogni impresa riuscita, vedrai che accanto a te resteranno sempre pochissime persone. Ma quelle pochissime, ricordalo sempre, valgono tutto”