“Non sono mai caduto da cavallo. Il mio approccio alla vita non è mai cambiato. Nel mio profondo sono un vecchio punkettone, anche in chiesa. Oggi il pensiero è più complesso, vede cose che prima non aveva visto, è come un grande quadro di cui hai una visione d’insieme e poi metti insieme migliaia di particolari, che essendo tutti illuminati della propria luce, non cambiano l’insieme, anzi lo fanno risaltare e danno la capacità di cogliere le valenze prima inimmaginabili. Il quadro non cambia se metti a fuoco i puntini”. (Giovanni Lindo Ferretti su XL)
La scintilla dentro
Due bambini che guardano fuori dalla finestra mentre alle loro spalle i genitori litigano, una ragazza formosetta che partecipa a una festa in piscina e rifiuta l’invito di un’amica a fare un tuffo, una ragazzina malata senza capelli che in una stanza d’ospedale guarda la tv, un ragazzo che in discoteca si macera di dolore un bacio non ancora dato al suo lui, un giovane mago che per strada viene assalito da tre sbandati. A queste persone la cantante (che nomino solo più tardi per dispetto ai prevenuti) si rivolge:
Ti sei mai sentito come un sacchetto di plastica trasportato dal vento, che vuole ripartire da capo?
Ti senti mai, così sottile, come un foglio di carta, come un castello di carte ad un soffio dal cadere?
Ti sei mai sentito già sepolto sei piedi sotto terra urlando, senza nessuno che senta?
Sai che c’è ancora una possibilità per te, perché c’è ancora una scintilla in te.
Devi solo accendere la luce e lasciarla brillare,
allora impadronisciti della notte come se fosse il quattro luglio.
Perché, tesoro, tu sei un fuoco d’artificio, dai, mostragli il tuo valore
Fagli dire “Oh, oh, oh!” mentre colpisci il cielo.
Baby sei un fuoco d’artificio, dai lascia che i tuoi colori scoppino
Fagli dire “Oh, oh, oh!”, li lascerai cadere già giù giù
Non ti devi sentire come se non valessi niente, sei originale, non puoi essere sostituito.
Se solo sapessi cosa ti riserva il futuro, dopo un uragano arriva un arcobaleno.
Forse tu sei la ragione per la quale tutte le porte sono chiuse,
quindi potresti aprire quella che porta alla strada perfetta.
Come un fulmine, il tuo cuore esploderà e quando sarà il momento, lo saprai.
Devi solo accendere la luce e lasciarla brillare,
allora impadronisciti della notte come se fosse il quattro luglio.
Perché, tesoro, tu sei un fuoco d’artificio, dai, mostragli il tuo valore
Fagli dire “Oh, oh, oh!” mentre colpisci il cielo.
Baby sei un fuoco d’artificio, dai lascia che i tuoi colori scoppino
Fagli dire “Oh, oh, oh!”, li lascerai cadere già giù giù
Boom, boom, boom anche più luminoso della luna, la luna, la luna.
E’ sempre stato dentro di te, te, te, ed ora è il momento di lasciarlo andare.
Perché, tesoro, tu sei un fuoco d’artificio, dai, mostragli il tuo valore
Fagli dire “Oh, oh, oh!” mentre colpisci il cielo.
Baby sei un fuoco d’artificio, dai lascia che i tuoi colori scoppino
Fagli dire “Oh, oh, oh!”, li lascerai cadere già giù giù
Boom, boom, boom anche più luminoso della luna, la luna, la luna
Boom, boom, boom anche più luminoso della luna, la luna, la luna
Eccola qua. Passi giorni a chiederti che scelta fare, quali conseguenze, se è il caso oppure no, se è il momento giusto oppure no, se dire sì oppure no. Poi arriva un segno, o meglio, ti succede quella cosa che tu cogli come un segno. Non sono un fan di Katy Parry e questa canzone l’avevo già sentita. Ma il mio inglese mi chiede di essere letto, non solo sentito cantare… mi ci vuole tempo… Ma mi basta un lampo per cogliere i segni inattesi e nascosti…
Desiderando
– Dio che non esisti ti prego
che almeno su questa grande nave
che mi porta via
le cabine siano … siano ben areate
– Ma se non esiste perché lo preghi?
– Non esiste fintantoché io non ci credo
finché continuo a vivere
come viviamo tutti
desiderando, desiderando
ma se io lo chiamo …
– Troppo tardi …
– Per la forza terribile
dell’anima mia, forse vile, trascurabile in sé,
però anima nella piena portata del termine,
se lo chiamo verrà.
(Dino Buzzati, Diario di Belluno)

