Ho atteso le ore piccole della notte per stendere sulla pagina bianca del pc le parole che cercano di dar voce a quello che ho sentito e pensato stasera in modo profondamente personale. Non sempre lascio spazio sul blog alle intime riflessioni, soprattutto ai miei pensieri di fede. Come tanti stasera ero davanti alla tv. Al nome Bergoglio la testa è andata alla lezione fatta in classe sui papabili, quando ho raccontato del conclave del 2005 per presentare questo cardinale argentino e quando ho detto il mio parere sulla difficoltà della sua elezione vista l’età. Pertanto in me c’è stata la sorpresa innanzitutto. Poi è venuto il momento del nome scelto: Francesco. E questa è stata la volta della meraviglia. E mi sono goduto gli attimi, fatti di tante istantanee.
Ho visto un papa non giovane ma fresco e semplice, inizialmente imbarazzato, quasi ingessato che ha salutato con un semplice “Fratelli e sorelle buonasera” e che poi si è sciolto; e ho notato che non ha indossato la mantelletta rossa.
Ho visto il primo papa provenire dal continente sudamericano, “sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo”, e ho visto in questo un segno di apertura alla chiesa universale.
Ho visto un papa, ma soprattutto un vescovo: e vi ho visto un segno di collegialità e vi ho vista esaudita la sete di un pastore da parte della gente.
Ho visto un papa che vuole essere in cammino insieme al suo popolo per percorre le strade della fratellanza e dell’amore.
Ho sentito un papa parlare di evangelizzazione e ho pensato che se ciò significa far innamorare la gente di Gesù Cristo il cammino sarà bello.
Ho visto un papa che ha chiesto, prima di benedire i fedeli, che i fedeli pregassero Dio per lui: “Adesso vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore. Prima che il Vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica. La preghiera del popolo che chieda la benedizione per il suo vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me”. E l’ho visto chinarsi in silenzio.
Alla fine l’ho visto chiedere nuovamente il microfono perché non voleva andarsene senza salutare “Vi lascio, grazie tante dell’accoglienza, e a domani, a presto, ci vediamo presto, domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo”.
Ho ripensato al nome scelto, ho pensato ad Assisi e ho rivisto la chiesa di san Damiano, l’eremo delle carceri, la porziuncola…
Mi sono guardato dentro e vi ho letto la speranza, che per un credente significa resurrezione.
Parole Sante. Un patrono d’europa che vuol diventarlo per mondo intero!
Grazie!
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Dopo la sorpresa, anzi le sorprese, la gioia e la speranza, la voglia di riprendere con rinnovato entusiasmo il cammino, con l’impressione di procedere tenendoci tutti per mano, sorreggendoci l’un l’altro.
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Grazie della lettura e dei commenti 🙂
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