Un post breve ma che può aprire un mare di riflessioni e discussioni; l’ho letto ieri sul blog di un amico blogger che ho conosciuto prima nella realtà e poi nella rete e che ringrazio per i suoi spunti sempre interessanti. Lo riporto tale e quale, con pause, spazi, grassetti, inclinati, asterischi.
“non c’è bisogno di torture per far confessare il filosofo, l’ammissione della colpa la porta stampata nel suo nome stesso.
lo inventò Platone, il nome filosofo, e significa: innamorato della saggezza, si dice.
ma, se preferite, dite piuttosto innamorato del saggio (di Socrate).
* * *
mica si è detto aletheiofilo Platone, non era innamorato della verità.
questa, nella celebre frase di un suo seguace, amicus Plato, sed magis amica veritas, è relegata al ruolo di amica, non è l’oggetto del desiderio.
* * *
e questa è la confessione del filosofo: la verità è per lui un supporto della saggezza, non il fine della sua ricerca.”
ciao, un grazie ritardatario per la citazione…
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