Distanze

Un giorno, un vecchio saggio fece la seguente domanda ai suoi discepoli:

“Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?”

“Gridano perché perdono la calma” rispose uno di loro.

“Ma perché alzare la voce se la persona sta di fronte a noi?” chiese nuovamente il saggio.

“Beh, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo.

Il maestro tornò a domandare: “Ma non è proprio possibile parlargli a voce bassa?”

Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il vecchio maestro.

“Non sapete proprio dirmi perché si grida contro un’altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro. D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente e dolcemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra le loro anime è breve. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E’ questo quello che accade ai cuori di  due persone che si amano, si avvicinano.” Il vecchio saggio concluse dicendo: “Quando voi avrete l’occasione di discuterete con qualcuno, non permettete che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare ancor di più, perché prima o poi arriverà un giorno in cui la distanza sarà tale che non incontreranno mai più la strada per tornare.”

 

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Non è ancora finita…

Non è ancora finita. Pochi giorni fa, in Tunisia, si sono tenute le elezioni. A poco tempo di distanza prendo da Peacereporter questa notizia:

“A poche settimane dalla vittoria del partito islamico moderato ‘Ennahdha’, riesplodono le proteste in Tunisia. Dopo gli scontri verificatisi nella città di Sidi Bouzid, questa volta a manifestare il loro dissenso sono gli studenti in un corteo organizzato insieme al corpo docenti dell’Università Tunis El Manar. Le preoccupazioni che gli scontenti delle elezioni avevano pronosticato sembra si stiano avverando insieme ai fantasmi di un integralismo islamico. Di fronte ai diktat morali che il nuovo governo vorrebbe imporre dentro gli atenei, i cittadini più improntati ai modelli occidentali scelgono di scendere in piazza. L’amministrazione vorrebbe infatti modificare comportamenti e abitudini di studenti e professori all’interno delle Università, cercando di adattarli a quelle che sono le consuetudini etiche di stampo islamista. Già nell’ateneo di Gabes si è verificata una situazione simile quando dal governo è arrivata la richiesta di dividere la sala mensa in due spazi separati a tutela, dicono, della “morale”.

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