Questo è il genere di articoli che amo: fa pensare, mette in scacco, coinvolge, interroga. E’ di Arnaldo De Vidi, sempre per Cem mondialità.
“Abaetetuba (Brasile). Amo la stagione piovosa, che finisce ad aprile-maggio. L’amo perché è la stagione della lumaca, con le attività condizionate-rallentate dai temporali quotidiani. L’amo perché liturgicamente è la «stagione di Cristo», con Natale e Pasqua. Invece mi preoccupa la stagione secca, perché è fatta di attività e ferie, un ossimoro. E perché liturgicamente è la «stagione di tutti i santi». Ogni festa di santo patrono qui è preparata con mesi di anticipo; essa elabora annualmente un tema e uno slogan, un poster e un programma (stampati e venduti); prevede peregrinazioni di mini-statue del santo nelle case in un arco di due settimane, una transladazione, una processione maggiore o cirio, una novena solenne, la festa con processione. C’è propaganda motorizzata, mortaretti, richiami radiofonici e televisivi… C’è anche un programma civile-culturale. Nella sola Abaetetuba, nella stagione secca, ci sono due dozzine di tali feste!
E su questo si concentra la mia meditazione di questi giorni. Le feste dei santi sono legittime manifestazioni della religiosità popolare e tengono lontano il secolarismo. Ma, chiosando Alfred Loisy, io dico: «Aspettavamo il Regno, e sono arrivati i santi». Davanti a tale fenomeno, si rende necessaria la distinzione tra religione e Vangelo del Regno. La missione di Gesù consiste nel Vangelo del Regno. Gesù non voleva mettere fine al giudaismo e fondare una religione che lo sostituisse. Egli è stato «riformatore» della sua religione judaica. La sua riforma mirava, appunto, all’annuncio e alla realizzazione del Regno di Dio sulla terra. Purtroppo con Costantino il messaggio di Cristo è diventato una religione. La teologia latino-americana usa il termine «cristianità» per indicare il cristianesimo-religione, e dice che la cristianità deve morire. Questo è un peso che portiamo; dobbiamo sforzarci di fare del cristianesimo una proposta che fecondi le religioni senza sminuirle e senza identificarvisi. Insomma, il cristianesimo è essenzialmente il Vangelo del Regno, incarnato nella persona di Gesù; ma storicamente è venuto ad assolvere anche al compito psicologico-e-sociale d’essere la religione di persone, popoli e culture. Verrebbe da dire che come religione il cristianesimo non si distingue molto dalle altre. La regola d’oro è la stessa per tutte : «Fa’ agli altri quello che vorresti fosse fatto a te». È il Regno che fa la differenza. Le distinzioni tra conservatori e progressisti, verticalisti e orizzontalisti, profeti e moderati, clero e laici… sono relative. La distinzione decisiva è tra religiosi devoti e discepoli di Cristo per il Regno. Davanti a ogni manifestazione cristiana dobbiamo chiederci: «È nella linea del Regno o solo nella linea della religione?». Benedetto XVI ha parlato di «movimenti pieni di vita» che rendono «quasi tangibili la presenza e l’azione efficace dello Spirito Santo». Ci chiediamo: i movimenti sono nella linea del Regno o della religione? E le feste patronali? … E la Giornata Mondiale della Gioventù Non basta ricorrere al vocabolo «Regno». Il Regno è la realtà di un mondo riconciliato, di figli e figlie di Dio, senza esclusi né oppressi; è il sogno di Dio che è costato la croce. La teologia del Regno è teologia della croce perfino nell’incarnazione. Io credo: la vita vince la morte. Perfino i corpi (e l’universo con loro) risorgono.”

Professore,
mi trova perfettamente d’accordo. Beh perfettamente non credo, dico solo che forse io e Lei nel ricercare al stessa cosa abbiamo bisogno di differenti sfere spirituali… ma chissà che un giorno non ci ritroviamo 🙂
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Eheh, caro Daniele, come ho già avuto modo di scrivere in altri post, la ricerca è l’atteggiamento fondamentale dell’uomo saggio 🙂 Già ci si potrebbe ritrovare, magari a partire da quel caffè ancora in ballo….
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