Gemma n° 1874

“Non ho una cosa veramente importante per me: allora ho deciso di portare una canzone che di recente ho ascoltato e mi ha ricordato quanto da piccolo mi piacesse ascoltare le canzoni di Michael Jackson e vedere come ballava. Si tratta di Smooth criminal”.

Il video e la canzone portati da F. (classe seconda) sono talmente ricchi di particolare che sarebbe bello approfondirli tutti, ma, non essendo possibile, ne cito solo alcuni prendendoli da Rock and roll news: “All’inizio di Smooth Criminal si può sentire un battito cardiaco. Non tutti sanno che si tratta proprio del battito del cuore di Michael Jackson, che decise di campionarlo ed inserirlo nella sua canzone come intro. Ma sicuramente riguardo a questo brano non è nessuna delle trovate – per quanto innovative – che abbiamo già citato a stuzzicare la curiosità del pubblico. Ispirandosi a Charlie Chaplin, infatti, Michael Jackson creò un passo assai particolare: il 45° Degree Lean, ovvero l’inclinazione anti-gravitazionale a 45 gradi. Quel famoso passo di danza in cui vediamo il re del pop inclinarsi superando, apparentemente, il baricentro. Naturalmente dietro a questa geniale trovata c’è un trucco: nel video ufficiale viene eseguita grazie a dei cavi che trattengono Michael Jackson e lo mantengono in equilibrio. E durante i concerti? Il re del pop ha avuto l’idea di usare degli speciali mocassini che peraltro poi brevettò anche.”

Gemma n° 1873

“La mia gemma è il mio cagnolino Tiarè. Ho scelto di dedicarle queste parole perché la reputo un gioiello prezioso e raro proprio come una gemma. Possiamo dire che lei è stata l’unica che ha deciso di rimanermi accanto in un momento difficile che è peggiorato con l’inizio della pandemia. Devo tanto a lei, perché penso che quello che è riuscita a darmi non potrà mai essere paragonato a quello che potrà darmi una persona.
Lei è la mia sorellina e non vedo l’ora di condividere tanti altri bei momenti con lei”.

Trovo un’unica maniera per commentare la gemma di E. (classe seconda): la scena finale di Hachiko – Il tuo migliore amico. Non aggiungo altro sia perché questa sequenza dice già tutto sia perché se qualcuno decidesse di vedersi il film non vorrei rovinarglielo.

Gemma n° 1872

“Ho deciso di portare questa racchetta perchè è l’oggetto più importante che possiedo. Questa racchetta è appartenuta a mio nonno che era un appassionato di tennis, di calcio e di tutti gli sport. Grazie a lui ho compreso che il calcio è la mia passione. Purtroppo il 30 dicembre 2021 è venuto a mancare, in pochissimo tempo, a causa di una malattia. Ho voluto tenere come ricordo questa racchetta perché, per me, racchiude tutti i miei ricordi con lui. Questa perdita mi ha segnato molto…”.

Non sapevo della perdita subita da M. (classe seconda), l’ho saputo nel momento in cui ha fatto questa gemma. La perdita dei nonni ci segna perché, nella maggior parte dei casi, dentro di noi ci sono forti i segni della loro presenza, del loro affetto, delle loro vite che semplicemente continuano a farsi sentire anche quando loro non ci sono più. Mi piace molto trovare nel mio carattere, nelle cose che faccio, nelle passioni che ho, segni dei miei nonni e dare loro il nome che avevano.

Gemma n° 1871

“Inizio col dire che non è il mio cane, ma quello dei vicini e lo porto come gemma perché abbiamo un bel rapporto. Lo conosciamo da 5 anni più o meno e, non dico ogni giorno, ma un giorno sì e uno no viene vicino al confine e ci porta qualche gioco per giocare e anche se viene solo cinque minuti mi migliora un po’ la giornata”

E. (classe quinta) ha presentato questa gemma: le sue parole “non dico ogni giorno, ma un giorno sì e uno no” mi hanno fatto pensare all’abitudine che si fa attesa, appuntamento piccolo e irrinunciabile per una coccola che migliora la giornata.

Gemma n° 1870

“Lei è A.
Questa foto fu scattata più o meno a giugno dell’anno scorso, avevamo appena finito il nostro doppio e nonostante non avessimo più fiato eravamo felici, davvero felici. Io e A. ci siamo appunto conosciute circa 5 anni fa ad allenamento, inizialmente pensavo fosse come le altre ragazze più grandi, che non considerano le nuove arrivate poiché lei aveva iniziato nuoto qualche anno prima di me.
Con il passare del tempo abbiamo iniziato ad instaurare un legame fortissimo. Inizialmente eravamo un gruppo di 5 ragazze, ci volevamo molto bene ed eravamo sempre pronte ad ascoltarci a vicenda, poi invece, col passare del tempo abbiamo capito che ci serviva dello spazio. Ma io e A. non ci siamo separate.
Ne abbiamo passate tante assieme.
Lei riesce a convincermi a fare tutto, anche le cose più stupide, che magari, per come sono fatta, non farei mai e viceversa.
Tornando alla foto di prima voglio raccontarvi il retroscena.
Sfortunatamente A. era da anni che non riusciva più a esibirsi durante le gare perché soffriva molto di attacchi di ansia, si fermava durante la coreografia e non riusciva a completare un esercizio.
Lei, la persona più disponibile e generosa di tutte, non era in grado però di gestire le sue paure.
Poi, arrivò il giorno in cui facemmo il nostro doppio per la prima volta assieme. Inutile dire che riuscì a finirlo tutto e per questo, subito dopo l’esibizione ci abbracciamo fortissimo. Io perché ero orgogliosa di lei e di come era riuscita ad affrontare questo suo grande ostacolo, lei aveva capito che la nostra amicizia era talmente forte che grazie ad essa era riuscita a trovare quel conforto che le serviva da tempo.
Non so spiegarvi quanto sono grata di avere una persona del genere al mio fianco, ci capiamo solo con uno sguardo e capita spesso che diciamo le stesse cose nello stesso momento. Forse siamo un po’ strane sì, ma vi assicuro che nella nostra stranezza riusciremmo a perderci per giorni interi, a ridere, cantare a squarciagola e ballare. Con lei provo quel senso di libertà che nessun’altra persona mi ha dato prima.
Non ho paura di essere giudicata e posso sempre dirle tutto e lei è sempre pronta ad ascoltarmi.
Auguro anche a voi di trovare una A.”
E’ stata forte l’emozione destata dalla gemma di A. (classe terza), un elogio dell’amicizia in tutte le sue dimensioni. Jorge Luis Borges è autore di questi versi:
Non posso darti soluzioni
per tutti i problema della vita
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
però posso ascoltarli e dividerli con te
Non posso cambiare né il tuo passato
né il tuo futuro
Però quando serve starò vicino a te
Non posso evitarti di precipitare,
solamente posso offrirti la mia mano
perché ti sostenga e non cadi
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo
non sono i miei
Però gioisco sinceramente quando ti vedo felice
Non giudico le decisioni che prendi nella vita
Mi limito ad appoggiarti a stimolarti
e aiutarti se me lo chiedi
Non posso tracciare limiti
dentro i quali devi muoverti,
Però posso offrirti lo spazio
necessario per crescere
Non posso evitare la tua sofferenza,
quando qualche pena ti tocca il cuore
Però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere
Solamente posso volerti come sei
ed essere tua amica.

Gemma n° 1869

“Ho deciso di portare come gemma una cosa a me molto cara, ovvero il mio primo copione; infatti ricordo che quando il mio insegnante di teatro me l’ha consegnato ho sentito una forte emozione che è aumentata quando sono salita per la prima volta sul palco ed ho iniziato a recitare davanti al pubblico.
Da quel momento il teatro è diventato un elemento per me molto importante al quale non voglio rinunciare perché attraverso la recitazione riesco (come se indossassi una maschera) a esprimere molte emozioni che nella quotidianità faccio fatica ad esprimere.
Attraverso il teatro sono riuscita a migliorare un aspetto del mio carattere che non mi piaceva e che alle volte mi metteva in difficoltà, ossia la timidezza che in alcune situazioni rischia di precludere alcune opportunità e non mi permetteva di mettermi in gioco.
Infatti, grazie al teatro si impara ad acquisire gli strumenti per gestire i propri momenti di imbarazzo e a non lasciarsi sopraffare dalle emozioni.
Grazie anche al mio insegnante ho imparato a superare la paura di parlare in pubblico e ho imparato a mettermi in gioco in diverse situazioni.
Il gruppo di teatro è simile ad una squadra, infatti si sta insieme per raggiungere un grande obiettivo comune che è lo spettacolo ed è molto importante conoscere ogni compagno proprio perché  bisogna avere fiducia l’uno nell’altro e rispetto reciproco.
Il teatro mi ha aiutato anche ad avere maggiore autostima ed a superare il giudizio altrui che mi ha sempre creato personalmente un po’ di difficoltà.
Infatti, ricevere dal pubblico gli applausi e la forza che mi trasmette il mio gruppo sono elementi che hanno rafforzato il mio senso di autostima e mi hanno gratificato molto aiutandomi anche a capire meglio me stessa.”

Dopo che L. (classe terza) ha presentato la sua gemma avevo in testa una frase di Victor Hugo che sapevo starci bene, ma non la ricordavo nei dettagli. Eccola: “Il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco”. E’ il teatro che ha anche permesso a L. una gemma così: due anni fa sarebbe stato impensabile. Quanta bellezza!

Gemma n° 1868

“Quest’anello l’ha comprato mia madre quando sono nata. Successivamente me l’ha regalato e per me è un portafortuna, lo tengo sempre perché è molto significativo”.

K (classe terza) ha proposto questa gemma. Nella serie Tv Giudice Amy c’è questo veloce scambio:
– Se indosso questo anello a che cosa dico di si?
– All’idea che se decidi di spiccare il volo io ti insegnerò a volare.

Gemma n° 1867

“Ho portato la foto della fede che ha mio papà al dito mignolo: è la fede di sua nonna che lui ha ricevuto da giovane in quanto erano molto legati. Mi ricorda il bel rapporto che ho con mia nonna”.
Considero Raimon Pannikar uno dei più importanti pensatori del XX secolo e affido a delle sue parole il commento alla gemma di S. (classe terza): “Fin dai tempi più antichi, il filo d’oro è il simbolo di un sapere che nasce dall’esperienza personale e che è libero dai condizionamenti istituzionali. È un filo perché rappresenta la continuità di un’esperienza sempre antica e sempre nuova ed è esile perché in ogni generazione questa consapevolezza viene mantenuta da una minoranza di individui. Questo filo è d’oro perché è immortale, rimane sempre anche nei periodi più caotici e oscuri, a volte più apparente, a volte più nascosto.”

Gemma n° 1866

“Questa miniatura del Colosseo l’ho presa durante una vacanza con la mia famiglia in centro Italia qualche tempo fa. E’ un bel ricordo”.

Questa la gemma di F. (classe terza). “Un piccolo bassotto di porcellana delle White Mountains. Una marionetta del teatro delle ombre di Bali. E guarda: un calzascarpe d’avorio di un hotel a quattro stelle di Zurigo. E qua, come un sasso che porto ovunque, c’è un pezzetto di cuore altrui che ho conservato da un vecchio viaggio” (Peter Cameron).

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