Oggi è stata la 30° Giornata mondiale dell’alimentazione. Prendo dal sito di Famiglia Cristiana.
Così, dal 1981. I prezzi dei beni alimentari hanno registrato un lieve calo rispetto al picco storico raggiunto nel febbraio 2011 (maggiore di quello, già alto, registrato nel 2008), ma un rapporto della Fao, pubblicato il 10 ottobre 2011, spiega che la volatilità dei prezzi dei beni alimentari è destinata a continuare. I prezzi elevati del cibo colpiscono due volte: non solo mettono in difficoltà le perone più povere del mondo, ma determinano anche un aumento dei costi per chi fornisce l’assistenza alimentare. I dati continuano ad essere allarmanti. Ogni cinque secondi un bambino muore per malattie legate alla fame. Oggi, nel mondo, più di 850 milioni di persone sono sottoalimentate: significa che un insieme di uomini e donne, giovani e anziani, grande circa 15 volte l’intera popolazione italiana fatica a mettere qualcosa sotto i denti. Il tutto, sapendo che il pianeta non è avaro: c’è cibo a sufficienza per nutrire adeguatamente ogni essere umano. La mobilitazione della società civile prosegue per spingere i Governi a non ridurre gli sforzi contro una piaga – quella della fame e della malnutrizione – che non bisogna cessare di combattere nonostante le oggettive difficoltà legate alla grave crisi economica. A chi niente (o poco). E a chi troppo. C’è sempre qualcuno che sciupa e butta via prodotti della terra o cibo ancora buona. Fortunatamente cresce anche il numero di chi sta più attento. Vigilando e intervenendo. Accade, ad esempio, in Emilia-Romagna, come rende noto l’agenzia di stampa Il redattore sociale. In quella regione, nell’arco di tre anni si sono più che triplicate le quantità di prodotti recuperati e donati alle onlus grazie al progetto Last Minute Market. Nel 2010 sono stati recuperati 176.590 chilogrammi di alimentari (pari a circa 88 mila pasti), 42.790 pasti completi, 31.480 euro di farmaci e parafarmaci, 45.400 libri per un valore economico totale dei prodotti recuperati pari a 814.905 euro.


